lunedì 30 marzo 2015

Il gufo giallo (84)


Il gufo giallo
recensioni di romanzi gialli

Giudizio n.  84

Bersaglio mobile  
Ross Macdonald
Gialli Mondadori


Forse aveva ragione Raymond!
Raymond Chandler s'adombrò nello scoprire che Macdonald aveva apertamente dichiarato d'ispirarsi a Philip Marlowe nello scrivere il suo primo romanzo con Lew Archer. Lesse The Moving Target e, tra un bicchierino e l'altro, lo trovò scritto troppo bene. Una prosa inadeguata per un detective privato: il gergo è per molti aspetti aulico. Ma Chandler,  si sa, era rancoroso e irascibile.
Personalmente non l'ho mai amato, questo libro. Nemmeno il personaggio e, ovvio, neppure il film, con un Paul Newman poco convinto del ruolo. Ma l'eco della tragica fine di Sharon Tate, uccisa all'ottavo mese di gravidanza nella sua casa di Beverly Hills, insieme a tre amici, dai seguaci della setta di Charles Manson aveva fatto salire l'interesse per le sette. Anche il libro ne trasse beneficio, ma il mio Giallo Mondadori finì in cantina.  
Romanzo poco originale, è la storia abbastanza convenzionale del rapimento di un riccastro risolto dall'investigatore Lew Archer che fa di tutto per risultare "piacione", ma ha molto da invidiare a Philip Marlowe e Sam Spade quanto ad arguzia e savoir vivre. C'è di mezzo un "santone" che predica sulla montagna, un dono del raccastro!
Trama a parte, l'inadeguatezza di questo libro è nelle metafore, troppo forzate e per niente spiritose. Comunque ora demodé. Leggete questa: "La centralinista era una vergine surgelata che sognava gli uomini di notte e li odiava di giorno." Sì, credo proprio che Raymond avesse ragione: Marlowe una cosa così non l'avrebbe mai detta. Sarebbe stato più essenziale. Per non parlare di Sam Spade. ma per essere convinti leggiamo quest'altra (dopo un pestaggio):"Mi sentivo le labbra terribilmente gonfie; le gambe, poi, sembravano colonie ribelli che minacciavano l'indipendenza dal resto del corpo." Ma via! Da fischi.

Non va meglio nelle tante (troppe: pagine su pagine di descrizioni). Il personaggio narrante a volte resta fuori gioco (il lettore non s'immedesima e l'osserva da fuori), questo è estremamente imbarazzante per Lew Archer. non sarà che Paul Newman se ne fosse accorto e per quello volle chiamarsi Harper?
Nota a margine per una lode con parecchio biasimo a questa collana (Crimen della Hobby & Work). E' veramente ricca con tanto di prefazione di un pezzo da novanta come Oreste Del Buono, ma non lo citano in copertina, quasi se ne vergognassero! C'è pure una postfazione, tavole sinottiche e, per comodità dei lettori, persino l'elenco dei personaggi! Ovviamente (lo so da un amico), una tale opulenza non poteva durare. Farewell,my lovely (per restare in tema) sembra sia troppo scarno.
Voto ***/5
 

Nessun commento:

Posta un commento