giovedì 16 aprile 2015

Il salto della rana


Il thriller e la rana bollita
 
Più che un salto è un balzo, uno schizzo, sì la rana, a volte, schizza via! Cercherò di spiegarmi, allora la prendo larga.
Devo denunciare un paradosso. Durante le presentazioni dei miei libri o durante le conferenze, che ho il piacere di tenere agli appassionati lettori del genere, nessuno mi chiede cos'è il "giallo".  Peccato, avrei una risposta fulminante, uno splendido incipit per una lunga discussione: "Una copertina di successo"!

 
Invece, credo influenzati da cattiva stampa, molti mi chiedono spesso di spiegare cos'è, per me, il "noir", altrettanto spesso la stessa richiesta è sul genere thriller. Non amo addentrami nella giungla delle definizioni di genere: spinosa, arida e a volte piena di accademici velenosi come cobra. Ho quindi difficoltà a spiegare  "giallo" o  "noir", figuriamoci questa brutta parola che sembra il suono della mia vecchia sveglia di latta. Cerco sempre di cavarmela con una battuta. Dico, a volte, che è una storia della rana bollita che non va a cottura. Le espressioni perplesse però si moltiplicano, come le richieste di precisazioni sulla "metafora" della rana bollita. Non posso lasciarli appesi.



Necessaria premessa
Chiarisco, innanzitutto, che non è una storia di fantasia né una novella metropolitana. E' filosofia, sistemica e fisiologia animale insieme.  
Filosofia
Martin Heidegger (discusso filosofo con simpatie naziste  in una delle sue opere teorizzò il "break down"). Banalizzo il concetto: quando uno strumento routinario (Martello, caffettiera moka, bicicletta, ...) si rompe noi ci risvegliamo da quella specie di stato onirico che caratterizza la vita quotidiana e ci riappropriamo con la rabbia dell'essere dell'esistenza. il principio di realtà riprende il sopravvento suo consueto prevedibile. Teniamo conto di questo concetto.
Fisiologia animale
Consideriamo un esperimento scientifico molto noir, anzi trucido e pure cinico. Vediamo come funziona. Si deve attuare in due fasi.
Fase uno, ovvero il salto della rana. Si prendono una pentola, una rana e tre litri almeno d'acqua. Riempita la pentola con l'acqua  si mette su un fornello finché l'acqua non bolle. A questo punto vi si getta la rana. Un attimo dopo il batrace salta fuori con veemenza.
Fase due, ovvero la nuotata della rana. Si riempie la pentola d'acqua a temperatura ambiente. Ci si mette dentro la rana. Questa lo gradirà.
 
 
In certi casi si metterà a nuotare, e pure, di rado, anche a gracidare beata. E' il momento di procedere. Si accende il fuoco e si aspetta. La bestiola, quando l'acqua diventerà tiepida, sarà molto soddisfatta. Poi, via, via che la temperatura sale, a parte qualche piccolo segno di nervosismo o di fastidio, come piccole scosse alle zampe,  non salterà mai fuori, morirà lessata.  
 
Questa atroce sperimentazione scientifica si presta a molte riflessioni sul comportamento degli animali, ma soprattutto degli uomini.
Sistemica
In Italia siamo esperti "gattopardi", sappiamo bene che meno si cambia, più si conserva. Se proprio si deve cambiare meglio con calma. La gradualità del cambiamento, infatti, annebbia i sensi. Impedisce reazioni. Spiega anche come Hitler si poté consolidare al potere, ma non vogliamo parlare né di economia, né di storia. Solo di gialli, o meglio di suspense.

La suspense
Noi ci interessiamo sul suo uso nelle storie thriller. Nel thriller il personaggio principale è la rana. Vive soddisfatto e quieto una sua vita tranquilla, una sua rassicurante routine. Quando avviene non si accorge che qualcosa è cambiato, né dell'incombente minaccia. Cosa che, invece, il lettore o lo spettatore sanno benissimo.  Ci sono in queste storie due punti di vista. Quello (interno) del protagonista, avviluppato dalla sua routine che NON REAGISCE. Quello (esterno) del lettore (o spettatore) che tutto vede e tutto può intuire, che REAGISCE restando "sospeso" (Prova suspense).
Il focus è quindi sulla persona, vista come inconsapevole vittima potenziale. Vi ricordate di Paula, il personaggio di Gaslight? Il suo disincanto viene progressivamente straniato e la pazzia  incombe. Quando se ne rende conto , ma solo alla fine, lui legato, reagisce. Ma ancor più memorabile è Lina McLaidlaw Aysgarth il personaggio di Suspicion.
 



Lei e Thomas, insieme ad altre illustri vittime, se non succedesse nulla, morirebbero tranquilli come la rana. Invece c'è  un breakdown, una forte discontinuità che innesca il dubbio. Al sospetto segue la paura. Subito dopo, con un crescendo, angoscia, tensione e terrore. Il personaggio principale, spesso, pur non sapendo cosa stia accadendo, o chi lo minacci, lotta allo stremo in prima persona per scampare alla morte. Un altro esempio è  Richard Kimble il personaggio del film  Il fuggitivo.


C'è però una scena, di Intrigo internazionale di Hitchcock, che rappresenta  il punto di riferimento di tanti altri autori.

 

 

Spesso gli autori, per generare maggior suspense utilizzano una donna, che appare più indifesa, più ingenua  e più distratta.

L'abilità dell'autore si mostra nella scelta del tipo, del luogo e del tempo dell'inserimento del breakdown: praticamente il suono della sveglia! L'esempio della scena dell'aereo sul campo di mais in Intrigo internazionale è perfetto: l'oggetto (l'aereo agricolo) non funziona come ci si aspetta: è il Break Down!
Dopo il risveglio c'è, a volte, da palesare chi sia il carnefice. Altre, risveglio sorprendente, nell'evidenziare capacità insospettabili, risorse nascoste, della vittima.


 

Nel film I tre giorni del condor è soprattutto quest'ultimo il tema conduttore: il personaggio che ha letto tantissimi libri ha conoscenze incredibili.

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