lunedì 8 febbraio 2016

Un marchio indelebile!



Il marchio giallo
una storia che lasciò il segno
sarà in edicola mercoledì

Ambientato in una Londra più nebbiosa, piovosa e notturna che mai, Il Marchio Giallo mette in scena una serie di attentati, sequestri e furti compiuti da un misterioso individuo che firma i suoi crimini con una sigla tracciata con un gesso giallo: una «m» all’interno di un cerchio che sembra una «g» (e il gioco riesce meglio in italiano, visto che in francese «giallo» è jaune e dunque con la «j»). L’incipit è spettacolare, da top ten della storia del fumetto: il furto dalla Torre di Londra della corona regale.
Arrivò in Italia nel '55, a puntate con la rivista TinTin (regalava anche caramelle Dulciora!), subitò m'affascinò, ma non per le chicche RIESEN che non erano per niente buone! TinTin durò poco, ma la giusta quantità di numeri per scrivere FINE sull'ultima puntata di Blake&Mortimer. Ci rimasi male, ma quella storia, capolavoro del fumetto, mi segnò il gusto.
Edgar Jacobs, grande maestro,  tesse una trama fitta e ricca di suspence e fa recitare magistralmente i suoi attori sullo sfondo di una scenografia di grande effetto. Si ricordi che  prima di diventare disegnatore di fumetti era stato un uomo di teatro, un baritono mancato e un amante del melodramma; e anche la sua collaborazione con Hergé fu basata sul disegno degli sfondi, dei décor e dei costumi di alcune storie di Tintin. Il Marchio Giallo è pieno di «scene madri» mirabili per costruzione e "ripresa" (angoli noir da espressionismo tedesco)  e montaggio. Si è detto della Londra notturna e piovosa, un’atmosfera che insinua freddo e inquietudine nel lettore, fino alla magnifica sequenza di una dozzina di tavole, ambientata nei docks sul Tamigi, nella quale il Marchio Giallo, prima attenta alla vita di Blake e poi riesce a sfuggire alla polizia, sparendo in un vortice di fuoco. Si dirà dell’inseguimento nei sotterranei e nelle fogne (sottosuolo, caverne, antri sono una costante jacobsiana, che ha ben analizzato G. Vogliotti in Blake e Mortimer. Il travaglio del sottosuolo (  saggio, edito da Pavesio nel 2010). Ma non dimentichiamoci de Il terzo uomo di Orson Welles.


Jacobs, impareggiabile nel nitore e nella raffinatezza della "linea chiara", ha straordinarie capacità di imprimere dinamismo (nonostante gli script troppo lunghi delle nuvolette e delle didascalie rallentino l'occhio del lettore) ed espressione ad azioni e personaggi, con pochi segni ed onomatopee: punti esclamativi e interrogativi, trattini a raggiera attorno alle teste, riccioli di spirali che partono dai piedi per indicare bruschi movimenti. Ma è anche un grande sceneggiatore, montatore di scene, mago della tavola. Le sue tavole sono piccole Cappelle Sistine del fumetto.
Le Regie Poste del Belgio hanno stampato diverse serie di francobolli dedicate alla coppia Blake&Mortimer. Quello che vedete, dietro di loro il terribile marchio giallo, è recente, ma non sarà l'ultimo.


Per concludere, mercoledì (delle Ceneri) in edicola una ristampa a prezzo modico (€ 3,99!) della mitica avventura.

Nessun commento:

Posta un commento