L'alibi
era perfetto (Beyond a Reasonable Doubt) - 1956
di
Fritz Lang
con Dana
Andrews, Joan Fontaine
Un ottimo film fino a 5 minuti dalla
fine...
La locandina del film, quella originale, meriterebbe un dibattito tra esperti lungo almeno otto ore... io vi consiglio solo di leggerla con attenzione e pure con un pizzico di disincantato cinismo.
Qui, invece, parlimo invece dellla pellicola. Gli ultimi 5 minuti del film danno molto da pensare... vediamo allora di fare il punto.
Qui, invece, parlimo invece dellla pellicola. Gli ultimi 5 minuti del film danno molto da pensare... vediamo allora di fare il punto.
L'alibi era perfetto (Beyond a Reasonable Doubt) è un film del 1956
diretto da Fritz Lang. Si tratta dell'ultimo film diretto dal Grande
Maestro in America. Se ne andò per attriti con la produzione durante le riprese
di questo film.
Un po' di trama...
Austin Spencer,
un editore di giornali contro la pena di morte, vorrebbe dimostrare che spesso
un cittadino è condannato a morte senza che ci sia la certezza della colpa, e
che l'implacabile verdetto può essere emesso sulla base di prove inadeguate e
insufficienti.
Ne parla con lo
scrittore di romanzi, Tom Garrett, fidanzato di sua figlia Susan. Ha in mente
di montare un caso in cui si possa provare platealmente come sia possibile
comminare ingiustamente la sedia elettrica, in polemica con l'irreprensibile
procuratore distrettuale della città, Roy Thompson.
Sul giornale è
riportata la notizia dell'omicidio di una danzatrice di nightclub, Patty Gray.
Sul fatto di sangue le indagini brancolano nel buio. Propone al futuro genero
di inventare a bella posta degli indizi falsi in modo che Tom sia incolpato
dell'omicidio costringendo così gli inquirenti ad arrestare e condannare un
individuo innocente. A quel punto il suocero interverrebbe dimostrando con
fotografie e documenti l'inconsistenza e la falsità degli indizi rinvenuti.
1. Senza che si capisca perché, Tom
accetta il piano e tutto si svolge come previsto: il processo è pure ripreso dalla
TV! Ma non si da risalto narrativo alla cosa. All'improvviso Spencer muore in un incidente d'auto prima che possa
testimoniare, e le prove fotografiche destinate a scagionare Tom sono distrutte
nell'incendio del veicolo.
Tom è giudicato
colpevole e messo nel braccio della morte. Gli affannosi tentativi di Susan e
dell'avvocato-giornalista, suo amico, per salvarlo sembrano naufragare, quando
provvidenzialmente l'esecutore testamentario, a cui Austin Spencer aveva
affidato le proprie volontà, rivela la presenza nelle sue carte di una lettera
scritta di pugno dal defunto che attesta la veridicità delle dichiarazioni del
condannato. Tom Garrett può così essere graziato.
2. Colpo di scena: Susan scopre che Tom conosce il nome vero della ballerina
assassinata, emerso solo il giorno prima durante le indagini. Insospettita,
costringe il fidanzato a confessare di essere proprio lui l'assassino.
3. Tom frequentava quel gruppo di
ballerine, che, per mancanza di soldi, convivevano in un mini appartamento.
Ottenuta la
conferma che è lui il vero colpevole, lo denuncia al magistrato, impedendo,
all'ultimo momento, che firmi la grazia. Tom non potrà più sottrarsi alla sedia
elettrica.
Punti dubbi che lasciano
perplesso lo spettatore
1. Perché mai
Tom accetta l'assurda proposta del futuro suocero?
2. Casca
dall'alto come un meteorite!
3. Joan Fontaine
veste abiti di alta moda anche quando fa il caffè nel cucinotto. Non è mai
credibile e se la si è scritturata per accentuare il contrasto con lo squallido
mondo delle attricette, la squallida risulta lei.
4. Le ragazze si
confidavano tutto: possibile che nulla sapessero della vita della morta?
Un film da dimenticare con affetto.
voto ***/5
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