lunedì 17 giugno 2019

Lanterna gialla (118)



  Recensioni di film di genere  
Film n.116


L'alibi era perfetto   (Beyond a Reasonable Doubt) -  1956
di  Fritz Lang  
con Dana Andrews, Joan Fontaine


Un ottimo film fino a 5 minuti dalla fine...

La locandina del film, quella originale, meriterebbe un dibattito tra esperti lungo almeno otto ore... io vi consiglio solo di leggerla con attenzione e pure con un pizzico di disincantato cinismo.
Qui, invece, parlimo invece dellla pellicola. Gli ultimi 5 minuti del film danno molto da pensare... vediamo allora di fare il punto.
L'alibi era perfetto (Beyond a Reasonable Doubt) è un film del 1956  diretto da Fritz Lang.  Si tratta dell'ultimo film diretto dal Grande Maestro in America. Se ne andò per attriti con la produzione durante le riprese di questo film.
Un po' di trama...
Austin Spencer, un editore di giornali contro la pena di morte, vorrebbe dimostrare che spesso un cittadino è condannato a morte senza che ci sia la certezza della colpa, e che l'implacabile verdetto può essere emesso sulla base di prove inadeguate e insufficienti.

Ne parla con lo scrittore di romanzi, Tom Garrett, fidanzato di sua figlia Susan. Ha in mente di montare un caso in cui si possa provare platealmente come sia possibile comminare ingiustamente la sedia elettrica, in polemica con l'irreprensibile procuratore distrettuale della città, Roy Thompson.
Sul giornale è riportata la notizia dell'omicidio di una danzatrice di nightclub, Patty Gray. Sul fatto di sangue le indagini brancolano nel buio. Propone al futuro genero di inventare a bella posta degli indizi falsi in modo che Tom sia incolpato dell'omicidio costringendo così gli inquirenti ad arrestare e condannare un individuo innocente. A quel punto il suocero interverrebbe dimostrando con fotografie e documenti l'inconsistenza e la falsità degli indizi rinvenuti.




1. Senza che si capisca perché, Tom accetta il piano e tutto si svolge come previsto: il processo è pure ripreso dalla TV! Ma non si da risalto narrativo alla cosa. All'improvviso Spencer muore in un incidente d'auto prima che possa testimoniare, e le prove fotografiche destinate a scagionare Tom sono distrutte nell'incendio del veicolo.
Tom è giudicato colpevole e messo nel braccio della morte. Gli affannosi tentativi di Susan e dell'avvocato-giornalista, suo amico, per salvarlo sembrano naufragare, quando provvidenzialmente l'esecutore testamentario, a cui Austin Spencer aveva affidato le proprie volontà, rivela la presenza nelle sue carte di una lettera scritta di pugno dal defunto che attesta la veridicità delle dichiarazioni del condannato. Tom Garrett può così essere graziato.
2. Colpo di scena:   Susan scopre che Tom conosce il nome vero della ballerina assassinata, emerso solo il giorno prima durante le indagini. Insospettita, costringe il fidanzato a confessare di essere proprio lui l'assassino.


3. Tom frequentava quel gruppo di ballerine, che, per mancanza di soldi, convivevano in un mini appartamento.
Ottenuta la conferma che è lui il vero colpevole, lo denuncia al magistrato, impedendo, all'ultimo momento, che firmi la grazia. Tom non potrà più sottrarsi alla sedia elettrica.
Punti dubbi che lasciano perplesso lo spettatore
1. Perché mai Tom accetta l'assurda proposta del futuro suocero?
2. Casca dall'alto come un meteorite!


3. Joan Fontaine veste abiti di alta moda anche quando fa il caffè nel cucinotto. Non è mai credibile e se la si è scritturata per accentuare il contrasto con lo squallido mondo delle attricette, la squallida risulta lei.
4. Le ragazze si confidavano tutto: possibile che nulla sapessero della vita della morta?
Un film da dimenticare con affetto.

voto ***/5

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