giovedì 9 aprile 2020

Il Gufo Giallo (133)


Il gufo giallo
recensioni di romanzi gialli


Giudizio n.  130




Commedia nera n.1
Francesco Recami
Sellerio


Che fretta c'era?... doveva fermarsi e tornare alla ringhiera!

Avevo apprezzato Recami quando raccontava dalla ringhiera. Ora che, fin dal titolo, "pretende" di propinarci una black comedy all'inglese mi dichiaro profondamente deluso.
So per esperienza (maneggio un po' il mestolo) che per fare una buona zuppa della nonna non basta la ricetta che si è ritrovato in un cassetto di un vecchio comò in soffitta... occorre averla vista, la nonna, "romenare" l'impasto dentro la pentola e averne assaggiato con lei, work in progress, il sapore.

Recami sembra non saperlo infatti, senza averle digerite, ha preso alcune frattaglie de La signora omicidi (il film), spezzoni di cartoni animati (Will Coyote e Beep Beep), qualche rimasuglio dai racconti di Gogol (soprattutto quelli di San Pietroburgo).

Per dar sapore: un vecchio dado stantio di doppio brodo  Star e sale sciapo di salgemma. Risultato: un petardo di polvere bagnata a miccia lunga: non si ride mai. Tutto è tristemente prevedibile e la reiterazione degli eventi anziché da Bolero di Ravel è come il ronzio di un moscone intrappolato dietro la tenda. Fastidioso insomma.
La storia poteva anche esser carina: un marito progressivamente vessato dalla moglie. Il mite che pian piano matura istinti omicidi... ma tutto accade senza ritmo e gli esiti delle sue azioni anziché sorprendere irritano.
Purtroppo inglesi si nasce, non si diventa, come abbiamo imparato da Alberto Sordi (Fumo di Londra). Recami è di Firenze: ha due possibilità. O segue la strada di Malvaldi che fa il pisano a Pisa dimostando d'esser pisano o fa l'italiano con nostalgia del Bargello. Come fa Manzini che fa l'italiano ad Aosta ma parla di Roma con tanta nostalgia di Roma. Per dirla con Carosone "Tu vo' fa l'anglicano... anglicano, anglicano, Siente a me chi t''o ffa fá?". Insomma la black comedy non è per lui.

Ultima cosa, ma non per questo meno importante: l'editing. Non è responsabilità dell'autore, ma di qualcuno che non conosco. Un editor della gloriosa casa Sellerio non può consentire ad un autore frasi e  forme verbali così sciatte. Anche se lui è nativo di Enna e l'autore (come nel nostro caso) è di Firenze, patria ingrata di Dante! Lo dico perché ce ne sono troppi di queste disattenzioni paralessicali. Il timore reverenziale è giusto ci sia, e pure il rispetto per il lavoro dell'autore, ma un editor deve proporsi come miglioratore non come zerbino... alla Sellerio poi! Della serie "Chi controlla il controllore?".
Leggerò ancora Recami, ma su altri temi, le altre due commedie nere non mi attraggono per niente.

Voto **/5

 

Nessun commento:

Posta un commento