mercoledì 26 gennaio 2022

Dizionoirio (XVIII)


Dall'A alla Z

miscellanea estemporanea e semiseria sul genere giallo/noir

ovvero il mio Dizionoirio


Parte XVIII

P

 

Pericoli

Ogni genere letterario ha i suoi canoni e anche ferrei vincoli. Quelli del giallo/ noir sono pesantissimi e pure rigorosi (per alcuni autori rigidi e quindi insostenibili).

 


Anche un romanzo moderno (il canone whodunit del giallo a enigma è ormai un reperto da museo) deve tener presenti alcune regole, soprattutto: il meccanismo narrativo dev'essere al contempo "avvincente" (la suspense deve coinvolgere i lettori) e "costruito" (strutturalmente) per raggiungere un finale convincente: in altre parole la chiave di volta che serra (punto di convergenza delle forze statiche) la cupola.

Questa esigenza di "finale" convincente è molto delicata: uno scrittore può aver usato prosa eccelsa, ma se il finale "non torna" il libro viene subito considerato un fallimento.

 


Avventurarsi a scrivere un giallo senza esser consapevoli di questo e come fare una passeggiata su un campo minato, per ché il giallo/noir è un genere in cui "la fine" occupa un posto privilegiato. Due le vie di scampo, ma bisogna conoscerle! O (prima via) racconta un fatto che accadrà (la storia procede verso un crimine), per cui segue una prospettiva teleologica: tutto deve condurre a quel finale anche a costo di studiate (ma convergenti) deviazioni. Oppure (seconda via) racconta un fatto che è già accaduto (l'incipit è il crimine) e la prospettiva è dunque anticronologica: la narrazione deve ricostruire le motivazioni per cui il crimine è stato commesso.

C'è poi, proprio nel mezzo del campo minato, il trabocchetto del "non detto"!  Guai a dire tutto, guai a dirlo in modo lampante e chiaro: addio al romanzo! Dovrà accettare la scommessa di seminare veri indizi senza farli apparire tali, e falsi facendoli sembrare veri!

Spero che a questo punto si sia capito che nel giallo il meccanismo narrativo richiede molta attenzione e, per chi ne è capace, qualche acrobazia, ma senza esagerare: i lettori non sono più ingenui!

Non è detto che l'uscita dal campo minato possa risultare liberatoria. Uno dei pericoli di un meccanismo sofisticato è infatti trovarsi impreparati allo "spiegone" finale. 


Nei romanzi antichi era il momento in cui Poirot, o un suo emulo, radunava in salotto, va bene anche la biblioteca, tutti i personaggi per sbrogliare l'intricata matassa (Agatha Christie lavorava a maglia e di matasse era esperta!). Purtroppo questo accade anche in qualche romanzo "moderno" e l'impaccio risulta evidente, anzi ridicolo!

 

Provincia

Il Italia non ci sono megalopoli né, ahimé, metropoli. Scerbanenco provò a farci credere che Milano fosse come New York, ma risultò poco convincente. Pertanto na noi è nato il noir di provincia e ha dimostrato che non c'era bisogno dei sobborghi oscuri di Los Angels


Sì è anche accertato che la provincia (ma già lo aveva certificato Maigret) è quasi sempre un covo di serpi. Oggi il giallo è soprattutto provinciale! Io, che sono nato in provincia, amo la provincia e la uso come location.

 

Pulp

Edgar Allan Poe e Conan Doyle (per non parlare di E.T.A. Hoffman) erano (sono) considerati dei letterati di alto livello, pur avendo sperimentato il giallo... e allora, cosa è successo?

Il discredito letterario in cui è venuto a sprofondare il giallo/noir è dovuto a un insieme di fattori e accadimenti, ma soprattutto alle sciagurate decisioni di editori mercanti! illuminante, in proposito è la storia della Pulp Fiction, da cui il titolo del famoso film di Tarantino.



Anche alla fine del 1800, un dime (diecino di dollaro) era poca cosa. Paperon dei Paperoni in effetti dava più valore al suo primo centesimo, ma si sa lui è un tipo particolare!


Il dime è il terreno fertile su cui, agli inizi del '900, è nata ed ha prosperato la stampa POP!. Questo genere nasce e si afferma quando un certo Frank Munsey (ex telegrafista diventato editore rampante!) capisce che l'attrattività delle storie ha più importanza della carta su cui sono stampate. È il 1896 e la Grande Depressione (da non confondere con quella successiva e più famosa del 1929) è alla fine. Munsey trova un modo di risparmiare sui costi di produzione delle sue pubblicazioni, abbassa i prezzi e raggiunge un amplissimo pubblico.

 


Trasforma la sua rivista settimanale Golden Argosy in The Argosy che da periodico settimanale per adolescenti si trasforma in un grosso volume di ben 192 pagine (multiplo di 16!), dalla ruvida consistenza e formato tascabile (17x20 centimetri: allora le tasche erano larghe!).

 

L'aspetto poco curato è compensato da una copertina colorata!

Così è nato il pulp, il cui nome deriva dalla polpa di legno di bassa qualità da cui veniva confezionata la pessima carta di queste pubblicazioni. Figlie delle dime (decino di dollaro) novel in voga nel 1800 i pulp sono magazine stampate in grandissimo numero di copie, su cartaccia ruvida al tatto, che propongono ai lettori una letteratura d'evasione (di facile lettura e comprensione) a basso costo.

 


Erano riconoscibili dalle copertine illustrate e variopinte, con sopra una fanciulla un po' discinta, meglio se impaurita: un modo per attirare il lettore.

A fare l'appello si contano centinaia di titoli ed è facile immaginare che i contenuti fossero spesso poco sapidi. Da qui la stima calante dei letterati.

 


Nel 1915 nasce la prima rivista Dime dichiaratamente poliziesca. È settimanale: Detective Fiction (Weekly). Però siamo ancora sul "vittoriano" e demodè!

 


La novità arriva cinque anni dopo (1920) con Black Mask: nasce l'Hard Boiled! E costa ben 15 centesimi! Un successo, la seguono imitatori e conversi.

 


La conversione più significativa è quella di The Smart Set, rivista sofisticata e costosa (35 cents) che si da al pulp ed abbassa il prezzo! Come se in italia la rivista letteraria la Lettura si fosse messa a pubblicare i fotoromanzi di Grand Hotel!

 


Ma torniamo a Black Mask. Nel 1923 Carrol John Daly vi fa nascere il personaggio di race William, il prototipo riconosciuto del detective Hard Boiled: duro, spericolato e cinico. Poco dopo Dashiell Hammett vi pubblica la prima avventura del Continental Op: il "babbo" di Sam Spade!

 


Il falcone maltese arriverà infatti sul magazine qualche anno dopo (vedi la cover sopra!). "Che l'Accademia li abbia in gloria!"... insieme a tutto il pulp.

 

(Parte XVIII - segue)

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