Rubrica letteraria
Il gufo giallo
recensioni di romanzi gialli
Libro n. 56
Un covo di vipere
Andrea Camilleri
Un infortunio su una
strada piena di buche
Riprendere in mano la prima bozza
di un romanzo scritto nel 2008 è sconsigliabile (ne so qualcosa!). Si va ad affrontare una strada in salita piena di buche pericolose. Quella che
sembrava levità appare greve sostanza, la trama s’intreccia con altri testi,
non ci si ricorda (se si è autori seriali) qual è stata l’evoluzione dei
comprimari, ma anche del personaggio principale. Il bello è che all’inizio
della nuova stesura ci si fida, poi sempre meno e allora ci piglia il dubbio e
si rimaneggia, si tesse si arzigogola….
Credo che questo sia successo a
Camilleri nel rielaborare questo vecchio testo. E si vede! Dopo un terzo delle
pagine si è già capito chi è stato. A metà si è sicuri. Ci si chiede poi perché
nell’altra metà l’autore ce lo voglia spiegare raccontandoci la rava e la fava!
C'è anche un "interrogatorio" alla Maigret (quattro pagine di dialogo serrato) dove però si casca nell'involontario ridicolo.
Una grossa delusione. Negli ultimi
due m’ero riconciliato parecchio con Montalbano, alla fine di questo mi verrebbe
da chiedergli se si è davvero (come dice il Dr. Pasquano) rincoglionito!
Comunque gli do tre stelle. Perché?,
vi chiederete. Per il piacere del leggere le sue parole, le sue frasi, la sua musicalità.
Poi il cambiare del dialetto di Salvo a seconda degli interlocutori: mi incanta.
In realtà, consapevole dell’asincronia
della storia, mi son convinto che ormai Montalbano è un universale e come tale si
pone al di là del tempo. Come Ulisse, come Achille, come Poirot …
Peccato però (non ne avrebbero bisogno
né Camilleri, né la Sellerio) che si seguano
solo obiettivi di mercato. Quest'anno la stagione è in ritardo potevano dedicarci
un mesetto di più a rivederlo. Gli editor in Sellerio non mancheranno di certo!
Voto ***/5
Nessun commento:
Posta un commento