Delitti Western

domenica 14 luglio 2013

Il gufo giallo (57)

Rubrica letteraria




Il gufo giallo
recensioni di romanzi gialli
 

Giudizio 57

Giobbe Tuama&C
Augusto De Angelis
 
 

Sellerio
 

Poliziesco vintage con linguaggio desueto

I puristi lamentano l'abbandono di parole, qui ne trovate quante ne volete di antiche e desuete. Mi ha annoiato e a volte addirittura "uggiato". Trama e meccanismo narrativo di stile anglosassone con qualche concessione, un po' ridicola, alla psicologia Decisamente bravo il commissario De Vincenzi che non dorme fino a quando il caso non venga risolto. Alcune imprecisioni (cose che non tornano!) rendono la trama  (già parecchio ingarbugliata) di difficile lettura. Poi ci sono errori marchiani:   gli irlandesi   un popolo di religione prevalentemente protestante? Ma via, si nega la storia! Un documento d'epoca, niente di più!

Un po’ di trama: Milano, Fiera del Libro, 18 maggio 1934 giorno dell'inaugurazione: autori, librai, editori danno gli ultimi tocchi ai loro banconi; in attesa delle autorità, i lettori sono già pronti a caccia di autografi e dediche. Sotto la loggia del Palazzo della Ragione, il cielo minaccia pioggia ma la cosa non scoraggia gli appassionati della lettura. Fra i banchi colmi di enciclopedie e volumi d'ogni genere anche lo spazio della Lega Evangelica Cristiana dove si vendono Bibbie in 62 volumetti per dieci lire, un vero affare. Giobbe Tuama è instancabile nel convincere i visitatori a comprare il Libro dei Libri … la mattina dopo sarà rinvenuto cadavere sotto la bancarella.

I protagonisti sono tutti irlandesi e tutti protestanti: un gruppo vagante SUD Africa, Usa e Italia) poco credibile e di chiara ispirazione “holmesiana” (Il segno dei quattro). Di loro non ci interessa mai niente in nessuna pagina. Il commissario De Vincenzi potrebbe avere un suo fascino se collocato in una location “più de noantri”! Cosa che riuscì a fare benissimo Paolo Stoppa interpretandolo in una delle prime fiction TV. Riuscì anche arenderlo più umanamente credibile, attenuando il velleitarismo psicologico dell’autore.

 

Voto ***/5

 

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