Oscar Montani – Glauco Dal Pino
Inconfessabili moventi
Riviviamo insieme un mese e un giorno
di ordinaria follia
(giorno 13)
(giorno 13)
Martedì 13
Il compagno di scuola
Non lo vedevo
da anni, ma non desideravo incontrarlo. Pescavo nella piana dell’albereta,
quando mi abbracciò. “Ti ho
riconosciuto subito, da lontano.” Lui è sempre il più bravo. Io,
troppo attento al galleggiante, non mi ero accorto; se no mi sarei
acquattato dietro un cespuglio. Dieci anni prima la moglie aveva ereditato una
villetta sui colli. Ci s’era trasferito, per la gioia di tutti.
Cominciò da quella: “Panoramica, spaziosa, luminosa, con un giardino grande…”
Il mio appartamento era con vista palazzo di fronte, piccolo, poca luce e un
terrazzino con due vasi di gerani.
Due giorni dopo il figlio: ”Una testa d’uovo, ci ha messo poco a diventare un pezzo grosso in
banca.” Il mio è una gran testa di cazzo e ci ha messo poco a farsi
licenziare dalla cooperativa.
Qualche giorno dopo toccò alla moglie, invalida in
carrozzina: “Era bella, colta,
simpatica, soprattutto ricca…” La mia, pace all’anima sua, era
bruttina, solo le medie, scorbutica e senza una lira; senza neppure la dote,
per la verità.
Passava un giorno sì e uno no. Seppi presto il perché:
il mio compagno di scuola era logorroico. Si
mise anche a raccontare le sue avventure erotiche con la badante
ucraina, mentre la moglie era parcheggiata in giardino: “Una pasticca e me la fo’ tre volte. Poi mi devo riposare,
sulla sdraio a leggere. Senza esagerare, un giorno sì e uno no. La domenica no, porto la moglie a messa.” Io non
uso pasticche né celesti, né rosa; non conosco badanti, né rumene né ucraine e…
quando lo facevo spesso, mi toccava solo di domenica.
Lo affogai in Arno, tenendogli giù il capo mentre
gorgogliava nella mota. Non si parcheggia la moglie paralitica in giardino per
fare un viagra party. Dopo tanti anni ricordavo bene quella donna dolcissima. Una volta, solo una, proprio di domenica
mentre lui era allo stadio, era stata parecchio gentile con me.


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