Delitti Western

giovedì 25 luglio 2013

Suspense domestica (I)


Il thriller coniugale

Quando la moglie è troppo ricca …



Un inquietante bicchiere di latte

Parte I

I film, quelli capolavoro, lasciano scolpita la nostra memoria: lui sale lentamente, ma con passo deciso, le scale. La zona è immersa nella penombra, ombre scandite, traverse e contrastate; ispirate all’espressionismo tedesco. Lui, il marito, ha in mano un vassoio: sopra un bicchiere di latte, misteriosamente opalino, destinato alla moglie. E’ una delle scene più famose e inquietanti del cinema. Alfred Hitchcock aveva avuto la trovata geniale: una lampadina dentro il bicchiere! Quel bicchiere ammiccante era il calice della suspense, in un thriller coniugale la tensione toccava un culmine mai più raggiunto.



Oggi si parla tanto (i dati sono tragici) di femminicidio, ma non dovete credere che qui io  voglia fare delle retro riflessioni. Il fenomeno odierno è lontanissimo dai meccanismi narrativi del thriller coniugale di cui voglio parlare. Cerchiamo di chiarire. Thriller è una storia (nel nostro caso un film) dove una vittima inconsapevole si trova a vivere momenti di forte tensione dovuti a un pericolo di morte incombente. A questo punto riferiamoci alla triade del delitto, più volte usata (vedi grafico). C’è una moglie giovane e ricca. Quando la minaccia (vera o presunta) viene dal marito (ovviamente  l’ha sposata per interesse o è subentrato un forte interesse), siamo nel thriller coniugale. Un altro ingrediente importante è l’amico di lei, che l’ama in silenzio, per almeno la metà del film, ma poi la salva. Sì, il lieto fine è assicurato! 

Altro elemento che gioca un ruolo importante è il modo con cui il marito cerca di liberarsi della moglie. Per lui è doppiamente importante non farsene accorgere: impunità ed eredità. L'ideale sarebbe un Delitto perfetto, come aveva capito  Alfred Hitchcock!
I modi si evolvono seguendo usi e costumi dell'epoca in cui si cerca di consumare il delitto. In età vittoriana si cercava di mandare la moglie in manicomio, o comunque farla uscire pazza per ingabbiarla in una camicia di forza, anche semplicemente metaforica: una dominanza psicologica!
Poi droghe o veleni somministrati in dose mitridatica con l'aiuto di liquidi d'aspetto rassicurante. Infine un killer, distraendo o confondendo la moglie col telefono!
Tutti modi che sono potenziali generatori di tensione, certo perché la suspense è l'elemento base di un thriller, dove la minaccia è focalizzata sulla vittima ignara.

Per chi non lo sapesse il termine “thriller” prende vita proprio da queste trame, per estendersi poi anche ad altre situazioni, ma con meno tensione e partecipazione emotiva dello spettatore. L’aggettivo “coniugale” l’ha aggiunto di recente qualche sciagurato classificatore!

Zio Alfred iniziò con scene geniali, Fornì a se stesso e ai suoi imitatori i tasselli, Cukor, anche lui genio, li ricompose e lo portò alla perfezione completa. Vediamo come. Secondo il mio “modo leggero da blog” non farò recensioni o trattati, solo una breve rassegna emotiva.
Mi interessa però andare a scovare le origini letterarie di questi film, non dimentichiamoci che prima di essere scrittore, sono un lettore!



Rebecca (Rebecca) (1940)





A Monte Carlo una giovane dama di compagnia conosce e sposa il ricco e aristocratico Massimo de Winter. Massimo è vedovo della prima moglie, Rebecca, con cui ha vissuto nel castello di Manderley, in Inghilterra.
Nel castello però, la signora Danvers, la governante, nutre ancora un'ammirazione incondizionata nei confronti della precedente padrona e il ricordo ossessionante di lei conduce la nuova moglie alla gelosia e all'esasperazione.


Anche oltre ... Chi meglio di una lucida pazza può portare alla pazzia? La governante ne è un esempio terribile. Questi sono i primi tasselli del puzzle.




Fonte letterari nota e famosa: il romanzo omonimo di Daphne du Maurier.








La giovane aristocratica inglese Lina Mackinlaw sposa, contro il volere dei genitori, John Aysgarth, un playboy che vive di espedienti. Ma dopo il matrimonio Lina matura il sospetto che John sia un assassino e che voglia ucciderla per intascare l'assicurazione. A differenza dal romanzo il film ha un lieto fine: si scopre infatti che John non aveva mai tentato di uccidere la moglie …




La scena più famosa è quella del bicchiere di latte: una minaccia apparentemente innocua.

In questo primo thriller non c’è ancora l’amico. Nel romanzo c’era, anche se era una donna, una scrittrice di gialli che s'insospettisce e si precipita, ma arriva troppo tardi. Hitchcock si dovette piegare a un commerciale happy end!


Origine letteraria: il romanzo Before the Fact di Anthony Berkeley Cox, scritto e pubblicato nel 1932 sotto lo pseudonimo di Francis Iles.
Come si può notare la copertina è stata disegnata dopo il successo del film! Ma può anche succedere di peggio, scrivere tutto il romanzo, dopo un film! Lo vedremo nella terza parte!
(I-segue)

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