Oscar Montani – Glauco Dal Pino
Inconfessabili moventi
Riviviamo insieme un mese e un giorno
di ordinaria follia
(giorno 01)
(giorno 01)
Giovedì 1
Un’occhiata da dietro
Il geometra del terzo piano mi piaceva un casino.
Quando lo incontravo, con le sue occhiate “a
spogliarmi nuda”, mi metteva tutta in subbuglio.
Gli ho sfondato il cranio con un ferro da stiro; non
perché mi guardava in modo osceno: lo provocavo io apposta. Tutte le volte,
quando lo incontravo abbassava subito lo sguardo, giù diritto a puntarmi le
tette che tengo sempre in ammiccante evidenza. “Si girerà, dopo essermi passato accanto - mi chiedevo - a godersi anche le chiappe?”.
Speravo proprio di sì, ma temevo di no. Giovedì non ho
saputo resistere: mi sono voltata di scatto.
L’ho sorpreso girato all’indietro: a collo torto fissava giù, più basso però, parecchio più in
basso. Con aria schifata, storceva il
naso.
Non ce l’ho fatta, l’ho seguito nell’atrio e gli ho
scaricato sulla nuca il ferro da stiro appena fatto riparare. Portarlo in
cantina e ficcarlo nell’enorme caldaia condominiale è stato faticoso, ma ora non mi scruterà più dall’alto in basso.
Ho due occhi da favola, la bocca turgida, tette
stupende... per non parlare del culo: incommensurabile, da cubista palestrata.
Ho anche due orribili caviglie. Per una fastidiosa ritenzione idrica,
ereditaria a quanto pare, due cotechini mi spuntano dalle scarpe. Da dietro
sono ancora più schifose.


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