Pittura e noir
influenza di
Edward Hopper nel
film
noir
parte
II
Hopper, con inquietante sensibilità,
ha puntualmente individuato e descritto l'isolamento dei singoli cittadini
immersi nella megalopoli. Rappresentati a New York giungla metropolitana, ma anche nel deserto della desolata provincia americana. Anonimi e sempre più lontani dalla
comunità, mentre aspettano il treno, il sonno che non li solleva dall'angoscia esistenziale, l’alba di un altro giorno … chissà, forse un
killer. In un susseguirsi di tele
ammalianti, i singoli membri della comunità di Hopper sembrano chiudersi in se
stessi, anche se la loro linea di visione si rispecchia sempre nel punto di
vista di chi osserva il quadro. Ricordiamo che la suspense funziona solo quando
il lettore (di un romanzo) o lo spettatore di un film ne sono coinvolti.
Funziona
anche meglio se lo spettatore diventa voyeur, se spia i
personaggi attraverso una vetrata o un finestra. Il suo capolavoro, Nigthhawks (1942), in cui si
vede ( attraverso la vetrata) l’interno di un bar di notte ha molto ispirato il
film di Robert Siodmak La donna fantasma.
Ingrandiamo
un particolare: Scavare nei volti ci angoscia ancora di più. I due, pur seduti accanto, sono in perfetta solitudine appoggiati al ripiano.
La
solitudine al bancone è riproposta in quella del film dove c’è anche l’attesa. Il tempo è scandito dall'ossessivo movimento ritmico del ventilatore scacciamosche a destra della donna immobile.
Phantom Lady è un capolavoro del noir. Porta inequivocaboli le influenze di Hopper. Tutte le scene richiamano qualcosa della sua opera.
Si capisce anche meglio da un altro quadro, meno famoso, di Hopper
Si capisce anche meglio da un altro quadro, meno famoso, di Hopper
In
un'altra scena notturna la protagonista è in attesa della metropolitana.
Richiama, anche se il dipinto rappresenta una mattina (presto: si vede dalle ombre taglienti) di sole. E' una stazione di periferia urbana: gli arredi (colonne di ghisa) sono quasi uguali.
Dall'espressionismo
tedesco, anche, Hopper ha subito un’influenza indelebile durante
il suo soggiorno a Parigi. La sua acquaforte Night
Shadows (1921) assomiglia ad un disegno storyboard per un alto angolo di sequenza
per un film di Fritz Lang.
Di
maggiore influenza sono stati i film girati
dai grandi studi di Hollywood negli anni Trenta e Quaranta. In effetti, i dipinti di Hopper spesso sembrano
inspiegabilmente familiari, come se fossero fotogrammi di un film che potrebbe
aver visto.
Proprio
come i film di epoca d'oro di Hollywood, che erano metropolitani, i dipinti di Hopper sono di “città”. Il
contesto urbano è lo scenario dei grandi noir. Il pittore li rende universali. In essi traccia sfumature
di grande astrazione. Riflesse, come in una vetrina di notte, senza che vi sia
la specificità di una metropoli americana riconoscibile.
Negli
anni Trenta e Quaranta, Hollywood stava rendendo evidente che il voyeurismo è
una caratteristica inevitabile della vita urbana. I dipinti di Hopper inviano lo stesso
messaggio. Sono epifanie, ma le trasfigurazioni umane non vengono registrate all'interno
di uno spazio aperto. I momenti di epifania sono alla base dello spionaggio, alla maniera di ripresa di
Hitchcock, attraverso le tende aperte di casa di un vicino.
Torniamo appunto a zio Alfred. Sconvolgente è
l’influenza del quadro House by the Railroad
(1925)
Sulla
casa (il Motel maledetto) di Norman Bates, il folle di Psyco.
Concludo con un fotogramma mitico da Intrigo internazionale. Credo che in
questa scena, ricca di un crescendo di suspense, ci sia tutto Hopper!
Due uomini si specchiano in silenzio, dietro e intorno il deserto assolato. Tutti
e due aspettano: due solitudini in attesa. Per uno arriverà il torpedone, per l’altro
un aereo killer!
(2-segue)
(2-segue)
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