lunedì 26 marzo 2018

Donne detective (0)


Questa volta lasciamo indagare le donne!
 
Donne detective nella letteratura, nel cinema, nella Tv e nei fumetti di genere giallo e noir
A Chicago nel 1890 le automobili in giro non erano più di tre, ma c'era già l'agenzia d'investigazione privata della signora M. Strayer's. Arriveranno anche a Londra, per cause di divorzio e s'imbatteranno in omicidi molto misteriosi, risolvendoli. Nulla di strano: "Intuito femminile è come penna su freccia: porta al bersaglio"(Charlie Chan).
 

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Introduzione
E' di pochi giorni fa la notizia che Petra Delicado (ispettore della Polizia di Barcellona) ha ricominciato ad indagare. Sono fan di Petra, mi sono rallegrato. Improvvisamente si è accesa una lampadina spot su un concetto che già avevo chiaro, ma che, nel tempo, avevo colpevolmente trascurato: le donne detective hanno un posto molto importante nella storia del genere giallo.
Il saggio detective seriale (uno dei più famosi, il più famoso in termini POP) Charlie Chan apprezzava molto l'intuito femminile. Lui sì, che se ne intendeva!
Poniamoci allora una domanda "infida". "Chi è la prima donna che, nella letteraratura di genere, s'è messa a indagare su degli omicidi?". Credo che il 90% degli arditi che hanno alzato la mano per  rispondere, (altri, molti molti di più, tacerebbero) risponderebbe "Miss Marple!", l'adorabile geniale zitella creata da Agatha Christie.
Sbagliato ragazzi! E non ci siete andati neanche vicino ...



L'antesignana
Guardate bene questo ritratto e mandatelo a mente. C'è un lungo fil rouge, ou mieux  jaune, ou mieux   rose, che attraversa la storia del giallo fin dalle sue lontane origini:  la prima investigatrice è addirittura più vecchia (nasce venti anni prima ma è più che nonna) di Auguste Dupin, in arte cavaliere, primo investigatore: 1) Mademoiselle de Scudéry. La più romantica delle detective, anche lei francese, esce dalla penna di T.A. Hoffmann, scrittore tedesco membro attivo del  del Romanticismo, negli anni '20 dell'Ottocento.


La signorina de Scudéry - Una storia dell'epoca di Luigi XIV (Das Fräulein von Scudéry. Erzählung aus dem Zeitalter Ludwigs XIV) è un racconto di E.T.A. Hoffmann che fa parte della raccolta I confratelli di Serapione, pubblicata in quattro volumi tra il 1819 e il 1821.
La signorina de Scudéry è un capolavoro letterario che miscela perfettamente la logica, la tensione narrativa, il patetico e il grottesco. E' stata definita una “Kriminalgeschichte hoffmanniana”, vale a dire una storia poliziesca, certamente la prima della letteratura tedesca e forse mondiale. Ci sono anche dei film.




In Italia fu girato il primo film, muto, nel 1911. Vi figura una specie di  "Miss Marple",  attiva a Versailles  nel 1680 alla corte di Luigi XIV. Madeleine de Scudéry, una matura signora amante delle lettere e pure scrittrice; chiarisce con acume un caso di omicidi e furti seriali commessi dal gioielliere René Cardillac, un orafo così malamente orgoglioso della sua arte tanto da spingersi ad uccidere i suoi clienti per recuperare i gioielli che ha cesellato e che considera di "sua proprietà".


Cardillac è il secondo, un film più recente.  Drammatico e un po' horror, più che giallo; prodotto nella Germania occidentale nel 1969 è diretto da Edgar Reitz . E' interpretato da Hans-Christian Blech e Catana Cayetano. Racconta la storia di un orafo che è così ossessionato dalla sua stessa arte da uccidere i propri clienti. Il film è un libero adattamento moderno della novella di E.T.A. Hoffmann Mademoiselle de Scudery.


Pur non anticipando, come farà qualche anno più tardi (1841) Edgar Allan Poe, il moderno racconto giallo (ne La signorina de Scudéry manca, in effetti, la figura dell'investigatore professionista ancorché dilettante: Auguste Dupin lo erà sotto tutti e due gli aspetti), Hoffmann introduce nella sua narrazione diversi elementi tipici del genere: la serie di delitti inesplicabili, l'innocente accusato a torto di un crimine, le autorità di polizia che si avvalgono della collaborazione di una persona che, quantunque estranea ai fatti, ha scoperto casualmente alcuni importanti indizi.



Lo scrittore tedesco, inoltre, nel trattare i temi che più lo interessano (le aberrazioni della psiche, lo sdoppiamento della personalità, i traumi infantili), prefigura un'altra categoria di crimini romanzeschi, quella dei delitti per mano di uno squilibrato, che avrà maggior fortuna nella letteratura poliziesca del Novecento. Alcune sue intuizioni narrative (come l'impulso omicida dettato da una “voce” o la mania ossessiva per un oggetto) sono già efficacemente moderne anche se calate in un contesto che spesso ricorda assai più l'horror del giallo.

Quando inizia la vicenda, Parigi si è da poco liberata dall'incubo dell'avvelenatrice seriale "La Voisin" tristemente famosa. Nei nuovi misteriosi assassini il popolo, il clero e i nobili  tendono inizialmente a vedere (coinvolgendo perfino da parte della polizia) un piano diabolico. Si deve altresì notare che per l'elaborazione di questo specifico argomento (gli aspetti profondi e ignoti della psiche) lo scrittore attinge da una sua personale esperienza vissuta nell'ambito della carriera giuridica.  D'altra parte, nella Scudéry come in altri racconti de I confratelli di Serapione, Hoffmann considera la realtà al pari di un qualcosa che, facendosi via, via più indefinito, apre le porte agli incubi e ai fantasmi di una “natura nemica e demoniaca". La signorina de Scudéry venne tradotto in Polonia fin dal 1822. 


La scrittrice Madeleine de Scudery   scelta da Hoffmann come protagonista della sua storia, era realmente vissuta nella Francia del Seicento. 

E' ritratta anche in incisioni di elenchi di personaggi famo si in Francia all'epoca.


Trama

Nella Parigi  del 1680 un'inafferrabile banda di assassini (gli “Invisibili”) semina il terrore tra la popolazione facendosi beffe della polizia. 


I delitti vengono compiuti a notte fonda, per le strade deserte della città, ai danni dei gentiluomini che si recano di nascosto dalle amanti per donare loro un prezioso gioiello. Sebbene talvolta le guardie arrivino sulla scena del crimine quando ancora è presente l'assalitore, questo sembra scomparire nel nulla non appena scatta l'inseguimento. Una notte la signorina De Scudéry, anziana nobildonna che vive in una piccola casa sulla Rue St. Honoré, riceve alcuni splendidi gioielli dalla banda degli “Invisibili”, la quale ritiene giusto regalarglieli per aver detto al re Luigi XIV che “Un amant, qui craint les voleurs, n'est point digne d'amour".




"Un amante che ha paura dei ladri, non è degno d'essere amato!": ciò in risposta a un parere che il re le aveva chiesto riguardo ad una supplica rivoltagli da alcuni amanti vittime delle rapine e miracolosamente sopravvissuti. Da quella notte la signorina De Scudéry si trova involontariamente coinvolta nel mistero delle aggressioni, la cui soluzione presenterà dei risvolti assolutamente inaspettati.
Ce n'est qu'un début, continuons le combat! A suivre...



 

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