martedì 31 gennaio 2012

Lanterna gialla (26)

Film n. 26



Anatomia di un rapimento (Tengoku to Jigoku)
di Akira Kurosawa
con Toshiro Mifune,  Tatsuya Nakadai


Il telefono squilla nella villa in collina dell'imprenditore Kingo Gondo,  uomo che si è fatto da sé. Suona  proprio quando lui sta per  compiere il passo più importante della sua vita. Un salto rischioso: ha raccolto un'ingente somma che gli permette di acquisire il controllo dell'importante compagnia di cui già fa parte. Ma arriva la telefonata.   Il telefono occupa gran parte delle locandine: nel film è il centro gravitazionale della tensione e della suspense. Una telefonata ti cambia  (per sempre la)  vita! 

Una voce lo informa che il suo bambino è stato rapito e che se vuole rivederlo in vita dovrà pagare un pesante riscatto, che gli renderebbe impossibile la scalata azionaria. L'imprenditore non ha dubbi, pagherà il riscatto. Ma poco dopo si scopre che in realtà il bambino rapito non è suo figlio ma quello del suo autista.  Scoperta che però non farà cambiare idea al rapitore che continuerà a pretendere la somma richiesta. L'imprenditore si trova di fronte a un cruciale bivio  cruciale: proseguire nei suoi intenti imprenditoriali o aiutare il povero autista pagando il riscatto cadendo inevitabilmente in rovina? Intanto gli investigatori della polizia proseguono con tenacia le ricerche del colpevole.

Il film è diviso in due parti, anche questa suddivisione (sopra e sotto) si nota sui manifesti. Nella prima, si svolge quasi esclusivamente all'interno delle pareti a vetrate della villa.  Tutti (anche la polizia) vivono la soffocante atmosfera di attesa con  gli occhi sono puntati sulla cornetta del telefono.

Addirittura, quando di accorgono che sono spiati, si rintanano sotto il basso tavolo. Tocca l’apice il dilemma dell'imprendotore Gondo (interpretato da un grande Toshiro Mifune) che si trova di fronte a una scelta che in ogni caso gli condizionerà il futuro:   realizzare  i suoi sogni di potere   lasciando al proprio ineluttabile destino il figlio del suo autista, o pagare il riscatto, causando la propria inevitabile rovina?
Nella seconda parte il baricentro del film si sposta sulle indagini intraprese dalla polizia (è qui che più si nota, ma senza troppo apparire, la derivazione da un romanzo dell’87° Distretto: Due colpi in uno di Ed McBain) alla ricerca del colpevole.  Scendendo dalla collina, dov’è sita la villa di Gondo, man mano l’indagine si trasforma  in un viaggio, quasi dantesco, nei meandri di Tokyo. Sempre più; via, via che si scende,  si scopre l’inferno in terra (tipica metafora di McBain) che  è la città. 


Non a caso il titolo originale significa Paradiso e Inferno, in quanto il film, attraverso i mezzi del noir, analizza le impietose differenze sociali del Giappone di quegli anni, dove la villa di Gondo è sempre inquadrata dal basso verso l'alto, in cima ad una collina, quasi a rappresentare un inarrivabile paradiso, o comunque un luogo utopico per i miseri abitanti dei bassifondi della città, che sembrano essere destinati a un inconfutabile destino senza luce e speranze.
Voto ****1/2/5

(film a seguire)

2 commenti:

  1. I libri gialli mi appassionano da sempre.
    La trama di questo devo ammettere che promette bene. Da diversi settimane, mi sto appassionando a un giochino carino e divertente promosso dal gruppo assicurazione Groupama.
    Basta collegarsi al sito http://www.misfattoincasafelice.it , iscriversi e seguire per sei settimane una mini fiction, il cui protagonista Felice, è impegnato nello svelare un misfatto.
    Il contest è già iniziato da varie settimane ma potete tranquillamente recuperare le giocate precedenti.
    In palio tre bellissimi divani Doimo.
    Buon divertimento allora.

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  2. Grazie per la segnalazione! Si da il caso che abbia fatto il formatore (sette anni di fila) per i dirigenti Groupama! A presto.
    PS: Ma... qui parlo di un film ... mica ho capito!

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