martedì 14 febbraio 2012

Gufo giallo (38)

Rubrica letteraria

Il gufo giallo
recensioni di romanzi gialli

Libro n. 38
 
L’assassino ha lasciato la firma  
Ed McBain
Mondadori

 

Colui che odia i poliziotti

Così sarebbe stata la traduzione letteraria del titolo (Cop Hater), ma ,si sa, in Italia si pagano profumatamente i markettari che sanno meglio storpiare i titoli dei film e dei romanzi.

 

Con Cop Hater inizia la saga degli sbirri dell’87° distretto e la definizione della straordinaria location. Ci troviamo in un’immaginaria metropoli chiamata “Isola”, in realtà è la mappa di New York che McBain ha girato di 90°: una visione laterale della “città”. Sì il pensiero laterale fa indagare meglio e strania i lettore producendo suspense.  Qui (all’inizio somewhere in nowhere, poi l’autore sarà più preciso)  viene trovato il corpo del detective Mike Reardon, assassinato con tre colpi di pistola calibro 45 e il giorno dopo quello del suo partner, il detective David Foster, ucciso con lo stesso modus operandi.

Il linguaggio, lo si apprezza dalle prime righe, è asciutto, ma scava nel luogo e nelle persone: dalla descrizione dei loro gesti si conoscono molto bene, subito. Si capisce che è una penna parecchio appuntita. …

Si cominciano a intendere i rapporti con la gente e i media della “città”. Per l’opinione pubblica sì tratta di un pazzo che odia i poliziotti, ma per la squadra investigativa dell’87° distretto, il colpevole è da cercare tra i criminali arrestati da i due. I detective Steve Carella e Hank Bush si mettono ad indagare tra bische e band giovanili:  il caso appare più complicato del previsto …

Grande Ed McBain, e lo pongo  nella letteratura perché “il tempo decide se un giallo è letteratura”, parole sue. I suoi romanzi hanno ispirato  tanti telefilm polizieschi   (da “Hill Street giorno e notte” a “Law and Order”), infatti questa serie fa parte del genere police-procedural, la rivoluzione del giallo degli anni 50.  McBain è il primo a non utilizzare la classica formula del “chi è stato?”, ma descrive in maniera dettagliata e realistica le indagini dei detective mettendo in risalto il lavoro del team piuttosto che le abilità del singolo investigatore.

Quello che è più apprezzabile del romanzo (e di tutta la saga) è la caratterizzazione dei personaggi, sono tutti  vivi, reali e credibili. Rivoluziona  la  visione dei detective "duri" e solitari (l’hard boiled degli anni quaranta),  li descrive come uomini comuni, con i loro difetti e le loro debolezze.

I poliziotti, qualunque idea uno possa farsene, sono esseri umani. Sudano esattamente come voi e me, e non lavorano volentieri al caldo. A qualcuno di loro non piace lavorare, nemmeno quando fa fresco, proprio come capita a voi e me. Ma, soprattutto quando fa caldo, nessuno poliziotto si sobbarca volentieri la noia di assistere a una sfilata con relativo confronto.”, anche queste sono parole sue.

Tra i   protagonisti emerge il detective Steve Carella (italo-americano come l’autore), è un personaggio che crescerà molto di storia in storia; piaceva perché cercava di scoprire il colpevole con astuzia e determinazione, senza dimenticare il suo lato umano.  

 

Voto ****/5

2 commenti: