venerdì 23 marzo 2012

Il NOIR (III)

NOIR: dal romanzo al film
(parte III)



Romanzi in white&noir
le influenze della letteratura noir sul cinema
(Gli autori cap. 1)
 
Premessa
A novembre, nei primi due articoli di questa serie,  avevo già parlato, in altro modo, della letteratura noir che ha generato film ancor più noir. Devo ritornare sull’argomento per prepararmi a una conferenza che terrò a fine maggio. Vediamo se (missione impossibile) riesco a dire qualcosa di originale!
Per iniziare a parlare del rapporto tra cinema noir e letteratura, ci sono solo tre difficoltà: “da dove cominciare?”,  “dove finire?”, ma soprattutto "di chi parlare?". Ho deciso seguendo le mie personali passioni e il mio divertimento nel cercare locandine d’epoca; mica devo fare un discorso scientifico! Mi piacciono i film in bianco e nero: mi limiterò allora al periodo che va dal 1940 al 1955. Un’epoca d’oro del B&W.  Ho scelto quattro soli autori: James M. Cain, Cornell Woolrich, Dashiell Hammett e Raymond Chandler. Citati come li ho disposti nel collage dei quattro ritratti. Vedrete che hanno fatto la storia del cinema di genere noir.



Cap. 1
Inizierò, per affezione  a un film (La fiamma del peccato)  da James M. Cain, un  autore che non tutti conoscono. Ma prima di arrivare al capolavoro di Billy Wilder, devo togliermi di mezzo un’Ossessione di troppo!
Intanto, visto che di crime fiction  si tratta, darò un indizio. Osservate bene la locandina del film Il postino suona sempre due volte (1946).
 
Fissate la vostra pupilla sull’angolo in basso a sinistra. Vedrete che vi è malamente riprodotta la copertina di un romanzo. E’ aggiunta dopo e sciattamente accostata alla veste della donna: le sciupa  le delicate (si fa per dire!) curve. I colori, inoltre, sono cambiati; infatti quella originale (che vedete sotto) era con onde rosso mattone, non azzurre.

E' la copertina della prima edizione (1934) del romanzo noir di James M. Cain che ha ispirato il film. Dopo il successo  della pellicola il romanzo uscì anche in edizione pocket con tiratura da urlo (per l’autore!), vedi sotto la copertina ammiccante.

Si tratta di un romanzo che ha molto ispirato il cinema. Per primo  lo sceneggiò, e lo diresse,   Pierre Chenal (Le dernier tournat – 1939), poi ci provò Luchino Visconti (Ossessione - 1943). Nel 1946 è la volta di Tay Garnett, che poté contare sul fascino perverso (lo era, perversa, anche nella vita reale) e inquietante di Lana Turner. Anni dopo un remake (stesso titolo - 1981) di Bob Rafelson ( con Jessica Lange, che fuori dalla protezione di King Kong rende meno) che sarebbe meglio dimenticare, locandina compresa!

Ma il discorso su James M. Cain non finisce qui, nella prossima puntata lui ci aspetta orgoglioso (vorrei vedere!)  a fianco di Billy Wilder!
(III- gli autori - 1- segue)


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