giovedì 28 giugno 2012

Il gufo giallo (46)

Rubrica letteraria



Il gufo giallo
recensioni di romanzi gialli

Libro n. 46

 

 Una lama di luce   
Andrea Camilleri 
Sellerio




 

Divertente, “magari” se troppo seriale

 

Ritorna Montalbano, non è una sorpresa, si sa che a giugno torna! E’ un personaggio seriale, ma non è né Topolino, né Charlie Brown, che restano sempre (più o meno) eguali. Salvo evolve, invecchia e rincitrullisce; anche se ne è consapevole, rincoglionisce. Chissà se nel suo futuro ci sarà una badante rumena a cui lascerà tutto? Non voglio pensarci, ma forse (spero) lo salverà Livia.

Certo che le fìmmine lo dirottano parecchio. E’ questo un tema che ricorre da sempre, ma ormai da cinque o sei storie s’è fatto motivo conduttore. A dire la verità mi avrebbe stufato, non perché lo sbandamento non sia credibile, ma perché gli indugi attenuano il giallo, annacquano la trama e rendono sottile anche il paradigma indiziario.

In ogni caso il romanzo regge ed è godibile, basta stare al gioco. Un gioco semplice, come nei fumetti, appunto: Catarella che s’impappina, Mimì che seduce, Fazio che analizza, Livia che intuisce, Salvo che s’innamora, si distrae, ma poi risolve …

L’abilità (direi la genialità) di Camilleri sta nell’affabulazione, nel come muove i suoi pupi, nei dialoghi sempre brillanti anche se attesi. Non ci sarebbe bisogno di storie d’amori transitori, ma si vede che il marketing vuole così! Lo perdono, perché lo amo. Lo detesto per lo stesso motivo!

La cosa che voglio evidenziare è però il meccanismo con cui, sempre più spesso, costruisce suspense narrativa, anziché indiziaria. Cose semplici, ma efficaci. Pone il lettore  in attesa delle battute sciagurate di Catarella, della risposta da sbirro “positivo” di Fazio, delle osservazioni del dongiovanni Mimì, … Benché chi legge (l’affezionato lettore) si aspetti l’esito, Camilleri riesce sempre a sorprenderlo con guizzi istrionici o acuti da tenore. L’autore tesse una tela sottile, ma elegante. La sua ragnatela è imbastita di fili di seta. Il gioco funziona anche grazie al linguaggio (una sorgente di acqua gasata) frizzante e spontaneo. Devo dire che mi piace stare a questo gioco e mi garba anche di più da quando sono stato a Modica, a Ragusa Ibla e, soprattutto, a Scicli. Il linguaggio di Camilleri è barocco come quei luoghi, ma essenziale, leggero, luminoso e lampeggiante: una goduria.

 

Voto ****/5

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