martedì 13 novembre 2012

Il gufo giallo (49)


Rubrica letteraria

Il gufo giallo
recensioni di romanzi gialli
Libro n. 49
 Una  voce di notte   
Andrea Camilleri 
Sellerio

 


Catarella in tutte le salse!
Divertente a tratti, ma un "tanticchia", no ...  molto, molto  lontano dai migliori. Molti brani sono risaputi e prevedibili. Buoni i due intrecci, che dopo poco si avvolgono a doppio filo, ma c’è voluto l’uncinetto per torcerli in un unico cordone. Alla fine si arriva ai bandoli delle matasse senza (meno male!) l’oramai abituale strafiga, ma grazie anche a una signora settantenne un po’ zoppa. Realistico, sembra cronaca nera di tutti i giorni. Ottimi interrogatori, credibili, pressanti, psicologicamente convincenti, alla Simenon. Mimì Augello, tenuto da parte, è purtroppo inutilizzato come Livia (per fortuna). Prevale invece Fazio, che diverte poco. Montalbano mangia più del solito: ma come sta col colesterolo?
Di lazzo, in lazzo la storia va avanti con ritmo variabile. Improvvisamente s’incarognisce e si ride meno. La suspense è cercata poco e trovata meno.
Mi sorprende chi dice che “con questo giallo Camilleri ritorna ai massimi livelli”! Forse non ha letto l’ultima pagina dopo la fine del romanzo. E’ stato scritto diversi anni fa, quindi casomai la discesa nel “padule” (senza gambali a mezza coscia) è riconfermata! Non era stato pubblicato ( o non lo erano stati?) perché si tratta di due racconti non troppo lunghi che legano poco tra loro. Come collante è stato spalmato in ogni capitolo il solito Catarellattack e francamente non se ne può più! Credo d'aver maturato anche un secondo sospetto sul ritardo. Montalbano (e non solo lui) qui è duro, per nulla politicamente corretto, in sostanza quasi hard boiled . Rabbioso, disilluso e ben conscio che la ratio dell'art 27 della Costituzione è applicabile solo ai ladri nel supermarket. Quando invece l'autore di gravi delitti, per di più in collusione con interessi mafiosi, è un politico o in ogni caso un membro potente della società, l'unica rieducazione possibile è la morte.
Negli anni del buonismo, dilagante soprattutto a sinistra, non si poteva aver tali pensieri e tali azioni.  Mi consola vedere che il sentimento della società sta cambiando, forse. Nonostante questo sono arrivato alla fine stancamente, quasi una liberazione e mi son premiato con un cannolo!
Dimenticavo: il titolo vale per  metà del liobro, e anche questo è un difetto ...

Voto ***/5

2 commenti:

  1. Mi è piaciuto abbastanza, ma ormai li leggo senza ricordarmeli affatto... invece i primi li so a memoria o quasi. Diciamo che leggo Camilleri perché ho acquisito bene il suo linguaggio (sono bolognese).

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  2. Cara Annarita, il fatto che tu sia bolognese non credo incida sulla comprensione del linguaggio di Mastro Andrea! Ho fatto uno studio in proposito (pubblicato qui) e si tartta di uno pseudo siciliano con una cinquantina di francesismi. Geniale, ma costruito ad hoc!

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