N. 39
Ellery Queen
(figlio di Frederic
Dannay e Manfred Bennington Lee)
Biografia essenziale
Ellery Queen è figlio di
Richard Queen ispettore di polizia. Detective
non professionista, Ellery è prima sceneggiatore a Hollywood, poi autore dei libri in cui appare e editore della rivista che porta il suo nome.
All’inizio era è uno snob istruito ad Harvard economicamente indipendente. Indaga sui crimini perché lo trova stimolante.
Dopo il ‘38 trascorre qualche mese a Hollywood
lavorando come sceneggiatore, ma risolve anche dei casi. Questo gli
procura fama di detective tra i ricchi e i famosi. Tornato
a New York vi svolge le sue attività.
E’ sposato e padre di un bambino, ma se ne sa poco,
tanto che sembra scapolo. Qualche bella ragazza gli gravita incontro, ma senza
proppo spazio. Porta un cappello moscio, di una misura più piccolo, che ne è diventato il simbolo.
Carattere e psicologia
Mischiando
realtà a finzione, ha iniziato a indagare per
curiosità; continua per interesse letterario e professionale, gli piace, prima di
sciogliere il mistero sfidare i lettori. Siamo nei primi anni del secondo
dopoguerra, a New York gli fa concorrenza Nero Wolfe. Ellery Queen gigioneggia
con il caso e coinvolge spesso anche il padre. Il lettore o lo spettatore vengono
messi a conoscenza di tutti i fatti e di tutti gli indizi utili a scoprire il
colpevole. Con grande mania di protagonismo, prima dell'ultima scena,
l'investigatore, da vero istrione, si rivolge al pubblico e lo sfida a
risolvere il caso.
Abilità
Indubbie
capacità induttivi e abduttive. Il suo disordine (apparente) è da creativo. In realtà raccoglie indizi perseguendo precise ipotesi di
lavoro. Spesso è il padre a fargli da spalla e
a dargli mano nella raccolta e selezione degli indizi.
La
sua indagine è aperta e rispetta in modo ironico (solo apparentemente maniacale)
le famose regole di S.S. Van Dine!
Metodo
Come
da tradizione del giallo vecchio stile (ad es. Nero Wolfe o Poirot nei romanzi di Agatha Christie), Ellery
Queen raduna tutti i sospettati in una stanza e alla fine, gongolando, svela il
nome dell'assassino.
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