martedì 8 gennaio 2013

Vita e morte dei Social Network


Cicli di vita dei Social Network

(un anno dopo)




Ritorno sul tema tredici mesi dopo. Allora affermavo che ogni prodotto ha un ciclo di vita.  Le piattaforme per i Social Network sono prodotti.
Ci sono quelle nate vecchie: Google+ è certo sia una di quelle, ma forse è arrivato tardi e sono i Social Network che stanno inesorabilmente invecchiando, anche se nel terzo mondo si ammazzano i giovani che hanno la colpa di  usarli. Qui, tardivamente hanno cominciato i politici, chissà se li manderanno a p.....a come la "cosa pubblica"?
La mia esperienza può servire, spero, a far riflettere.

Splinder: è morto, viva Splinder! Ogni tanto incontro qualcuno o qualcuna che lì c'era. Esprimono nostalgia... di che? E' vero che era piattaforma italiana, ma anche parecchio ingessata. Su Facebook era nata una pagina "Reduci da Splinder" ... suggerii perché non "Naufraghi da Splinder"?.  Non è stato il Titanic ma la pagina ora, dopo aver cambiato nome, si chiama così! Ridicole nostalgie!

Facebook: all’inizio funzionava bene, ora è rumore: troppi contatti. C’è chi ne ha addirittura 10.000 (con due account ovvio): follia pura. Un post sopravvive sì e no sei/sette ore e le foto, le poesie e i “capolavori” sono penosi. Si “rinnova” continuamente peggiorando a ogni modifica: vedi il conclamato “Diario”. Ormai è invaso da nonni e nonne che vogliono mostrare, non i nipotini ma i loro gattini. Sembra la vetrina di Wiskas!

MySpace: è praticamente sparito nell’interesse collettivo da almeno due anni. Era già molto orientato alla musica: ora al silenzio!

Twitter: funziona nei paesi del nord Africa, mi dicono (lo dice la stampa) sia per la protesta sia per la microimprenditoria. Da noi la gente comunica i sui crucci (come una volta su Facebook: lì ora tutti hanno smesso) o fa marketing più o meno subliminale. Nessuno ormai ha capito che uso farne (alcuni, orrore, chattano!) e se ti metti a seguire un quotidiano ti arrivano cento segnalazioni al giorno di articoli di cui non te ne frega un tubo! Vita media di un post: sei o sette minuti. Ultimamente è stato invaso dai politici (anche quelli tecnici, che però di comunicazione digitale ne sanno un tubo!). Durerà, ah saperlo! Pensierino in attesa della fine: "Se su Twitter arriva gente che va in giro col loden, Twitter è morto!"

LinkedIn: la rete di professionisti che ti permette di trovare lavoro! Se qualcuno l’ha trovato ce lo faccia sapere. Ho cominciato ad usarla come vetrina di marketing librario. Comincio a credere che i professionisti, troppo impegnati a cercare lavoro, non leggano. Di recente è stato creato un gruppo “Scrittori italiani”, ci partecipo, ma sembra d’essere su Anobii. Sì, le discussione sono tali e quali... lente e poco partecipate!

Google+: nato vecchio e come i vecchi non cresce! Sembra solo una vetrina e ha tutti i difetti di Facebook senza averne i pregi. I canali di comunicazione sono praticamente inaccessibili. Ma coi soldi si può far tanto, e "Big Bill" ce li ha, tanti, ma non sembra impegnarsi molto.
Anobii: in via di estinzione, la sua dinamica relazionale è pari a quella degli zombie. Sembra di visitare il camposanto di Montparnasse! I gruppi di discussione languono come i sedimenti di guano nella Terra del fuoco.
Blogger: Non sembra male, pur con qualche incertezza di paging, è supportato da Google+ e ciò aiuta. ...

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