Oscar Montani – Glauco Dal Pino
Inconfessabili moventi
Riviviamo insieme un mese e un giorno
di ordinaria follia
(giorno 12)
(giorno 12)
Lunedì 12
Gentilezze tra vicini
Un mese fa aveva suonato al cancello. “Buona seera! Sono il figlio del suo
vicino,si ricorda? Mi sono trasferito qui dopo la morte del babbo.”
Mi ricordavo il babbo: chiuso, scorbutico e forse ostile. Di lui, no; ma
sembrava una persona gentile. “Poto
le siepi. Un disastro, lasciate crescere per mesi…” Mi sorrise: “Se mi fa entrare, taglio anche dalla sua
parte, dopo raccolgo le potature, pulisco e spazzo… non si preoccupi.”
Gentile davvero.
Tre giorni dopo toccò all’albero di mimosa che
invadeva il mio giardino. Non passò una settimana che giustiziò
una tuja e ridusse a bonsai l’acero giapponese. Poi, finite le sue
piante, si offrì di sistemare le mie. Cominciai a preoccuparmi quando lo vidi
che esaminava con troppo interesse clinico il vecchio ciliegio. “E’ pieno di bachi. Vede le gocce di resina:
sta per seccarsi! Bisogna sostituirlo con una pianta più giovane.”
Scossi la testa; gli dissi che c’ero affezionata: l’aveva piantato il mio
povero marito. La resina secca, poi; quando ci batteva il sole, mi sembrava
ambra.
La mattina dopo, quando mi alzai sentii strani rumori
in giardino. Lo vidi con la vanga in mano che finiva di scavare una buca profonda.
Accanto, disteso sul prato, un giovane ciliegio con un sacco di yuta sulle
radici. Uscii di corsa. Aveva appena acceso una motosega, l’appoggiò a terra e
mi sorrise: “Sorpresa!”
Mentre si voltava a mostrarmi fiero la buca e il nuovo
alberello, afferrai l’attrezzo borbottante. Glielo appoggiai sul collo: il
motore mugghiò. La buca lo accolse insieme alla motosega. Il giovane ciliegio
fu perfetto come tappo.
L’avevo ucciso perché la sua gentilezza era davvero
esagerata. Ora, in giardino, ho due ciliegi.


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