Oscar Montani – Glauco Dal Pino
Inconfessabili moventi
Riviviamo insieme un mese e un giorno
di ordinaria follia
(giorno 15)
(giorno 15)
Giovedì 15
Sembrava Halloween(*)
L’ultimo treno passava alle 23.51, ma, a volte, aveva
qualche minuto di ritardo. “Mamma
sei anziana, è pericoloso!” Ogni volta mia figlia si ripeteva. Aveva ragione, in stazione non dovrei starci.
Le sembro indifesa e facile preda
di malintenzionati, lì ad aspettare il treno per tornare a casa. Ma come
fare? Poverina; finito il turno in ospedale, è sempre tanto stanca. Vede
tutto nero e poi deve mettere a letto
il piccolo.
C'era una cosa che lei non sapeva, un
segreto. Con l'arte imparata dalla nonna, massaia del
Donegal, passavo il tempo senza problemi. Mi mettevo li, sulla
panchina del binario n.3 e, maglia dopo maglia, portavo avanti il
centrotavola per l’apparecchiatura di Natale,
il regalo a sorpresa. Alla mia bambina, le sarebbe piaciuto, e anche a
mio genero...
"Mi dai un euro? C’ho
sete!" Oddio! Mi aveva fatto
paura! Apparso dal nulla, vestito di nero
- o era sporco? - con la barba incolta. Mi parlava sul viso con rigurgiti acidi di
botte e sbuffi di grappa!
"No, non ho
niente". Cercai di voltarmi
dall’altra parte.
Biascicava strane parole, sputacchiando e lanciando
occhiate alla mia borsa aperta sulla panchina. La chiusi, mi poteva sporcare il
filato fatto venire apposta da Dublino. Rise sguaiato, contento di avermi reso
inquieta.
"Ho detto che non ce
l’ho!" Lui accennò una mossa di
danza. Ora intendevo le sue parole: “Abra
cadabra… hocus focus…”. Con una goffa giravolta si fece di nuovo sotto,
dall’altra parte, a venti centimetri dal mio viso: “Scherzetto o cicchetto!”
Si avvicinò ancora di più, sibilando in modo osceno un “Sim salabim …”
Si accasciò con un rantolo. Raccolsi svelta la mia
roba e cambiai panchina…
Invece dell’euro gli avevo regalato l’uncinetto della nonna. Luccicava sotto la luna, quell’arpione d’acciaio conficcato nella carotide... L’ho infilzato perché non mi si deve toccare mago Silvan. Sì, apprezzo le streghe d'Irlanda, ma lui col suo modo gentile, ha sempre divertito mia figlia, la mia bambina.
Invece dell’euro gli avevo regalato l’uncinetto della nonna. Luccicava sotto la luna, quell’arpione d’acciaio conficcato nella carotide... L’ho infilzato perché non mi si deve toccare mago Silvan. Sì, apprezzo le streghe d'Irlanda, ma lui col suo modo gentile, ha sempre divertito mia figlia, la mia bambina.
La mezzanotte era ormai passata da tre minuti. Mentre
aspettavo il treno, ancora una volta in ritardo, mi annoiavo. “Peccato - pensai - perdo tempo, sto in mezzo ai pericoli e…
rimango indietro col centrotavola!”
(*) Rielaborato da uno spunto prezioso di Cassiopea,
questo il nick di un’amica di anobii nel 2010, il sito dei libri che or sta languendo.


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