Rubrica letteraria
Giudizio n. 58
Tentativo riuscito a metà
Il titolo è un po' furbetto,
diciamolo. Peccato veniale, ma non è un giallo, giallo (per il colorito della
pelle) è semmai il personaggio che scompare ed è d'Avola: tutto torna? Non è neppure
un romanzo documentario, troppi luoghi comuni per "far colore locale"
(eppure l'autore è di lì, non aveva bisogno di dimostrarlo!); a tratti si fa
leggere con interesse, a tratti induce sonno. Alla fine non c'è sorpresa,
nemmeno ci si aspetta, ma insomma un giallo dovrebbe creare suspense.
Ma entriamo nel testo. Le prime
50 pagine sono d'insopportabile "ridondanza", tecnica usata
dall'autore per dare la sensazione della coralità. Ma non siamo ne "Il
nome della rosa" davanti a un portale gotico! Ci sono anche troppi
personaggi, alcuni scolpiti a tutto tondo altri (troppi) sono telegrafati; si
fa confusione, ci si perde. Verso pag. 70 comincia un po' d'ordine: quindi
resistete se potete, sarete ripagati. Da lì in poi si fa leggere: l'autore
torna a fare il giornalista e la storia diventa più abbordabile.
Alla fine ci resta un documento
interessante che descrive in modo partecipato un'epoca del passato, stili di
vita ormai scomparsi, precarietà sorpassate da altre. Un passato a se ostile, che nella parte finale, data la lunga
detenzione del presunto colpevole, si affaccia al presente: TV e aereo. Senza
subire cambiamenti o contaminazioni. Credo che ciò sia una forzatura.
In ogni caso ne consiglio la
lettura, in fondo sotto l'ombrellone un po' di compagnia me l'ha fatta.
Voto ***1/2/5

Il gufo giallo
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