N. 42
Massimo Viviani il "barrista"
(figlio di Marco
Malvaldi)
Biografia essenziale
Laureato in matematica alla Scuola
Normale di Pisa, Massimo, ha deciso un giorno di lasciare derivate seconde e integrali terzi per servire chinotti al
bancone di un bar. Potrebbe apparire strano, ma il “barrista” in questione si presentò
alla discussione della tesi di laurea calzando delle pinne. Ma ancora più
strana è la lenta e inesorabile invasione che suo nonno Ampelio e l’allegra
combriccola dei suoi attempati compari hanno mosso verso il Bar Lume di Pineta.
Ne hanno fatto il loro quartier generale. Da un iniziale utilizzo come luogo di
ristoro, il bar di Massimo è ormai la loro seconda casa, no una centrale
investigativa.
Da allora i quattro
vecchietti, detective per diletto, hanno preso l’abitudine di trascorrere lì
tutta la loro giornata, fungendo da deterrente per le rare turiste di passaggio
da Pineta.
Carattere e psicologia
Massimo, timido e scontroso, vorrebbe solo
servire i clienti. Ha subito alcune frustrazioni e avrebbe voglia di leccarsi le
ferite stando nell'eremo del Bar Lume. Così non è, vuoi per Tiziana, la procace banconiera
dalle grandi tette, vuoi per i vecchi, gli tocca, suo malgrado, esporsi. Non lo fa volentieri all'inizio, ma poi si fa addirittura prendere la mano ...
Abilità
Molta deduzione, grande induzione (la matematica,
soprattutto probabilistica, non è acqua!) e qualche lampo induttivo (a cui è costretto
dai casini che gli combinano gli ottuogenari) lo rendono capace di sbrigliare le
matasse dei delitti. Quando la sua mente comincia far girare le formule, fin lì affogate nei cappuccini,
per i colpevoli son doori!
Metodo
Non ha un metodo, gioca di rimessa: puro contropiede. E' costretto
all'indagine dalle ciane, maldicenze e illazioni del nonno Ampelio e dei sui tre sarcastici compari.
Lui cerca di rimediare e immancabilmente scopre il colpevole.
(42-segue)
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