lunedì 30 ottobre 2017

Una serqua non basta!


MERCURIO LOI
indagatore dell'intimo
 
E' arrivato in edicola per la sesta volta: seicento tavole a colori su cui ora si può riflettere.  Ma come diceva la signora fattora quando la contadine le portava solo sei uova: "Una serqua non basta!" E' presto per farne una scheda di "fumetti in giallo", ma è tempo per qualche nota critica.

Ce n'è voluto di tempo per averlo seriale. Dopo ben tre annunci rimandati, Mercurio Loi il "nuovo" (presentato ben due anni fa con la prima storia) personaggio della Bonelli è arrivato a maggio.
Affiancare Tex, Julia e Dylan Dog non era semplice, in redazione lo sapevano bene e si sono impegnati. Ne è nata una serie atipica, ma fascinosa... è ancora presto per definirla affascinante. Il meccanismo narrativo è molto raffinato. Citazioni (Leopardi per esempio) colte, rimandi a letteratura alta, giochi logici di raffinata fattura. Una lettura piena di visioni, una visione piena di "letture".


Siamo nella Roma papalina della prima metà dell'800, qualche decennio prima di Porta Pia. Tra Tosca (1800) e i bersaglieri c'è Nell'anno del signore, 1825: sì proprio in quello.

Il marketing annuncia misteri, catacombe, delitti, intrighi, sotterranei, maledizioni, cripte, cospirazioni, maghi e forse anche streghe, chissà. In effetti la prima storia parte così. In sole tre tavole, brillante mescolanza di sintesi ed estro, Bilotta inquadra il personaggio: insegnate erudito di giorno, curioso investigatore di notte. Il suo Dr. Watson, la sua spalla è il giovane e irruento Ottone. Le inquadrature sono tratte dalla collezione "Roma com'era" delle stampe dell'epoca. Un periodo storico carico di attese, in una città, la Roma dei primi decenni dell’800, che scalpita sul finire del pontificato di Pio XVII. È un mondo in frenetico fermento, ma nell’ombra costellato di sette, cospirazioni e crimini di ogni specie.
Così la prima storia (La Roma dei pazzi), poi col procedere dal primo fascicolo al quarto si scopre che c'è soprattutto introspezione, un'accurata ricerca dell'intimo dei personaggi, alla scoperta delle ragioni profonde che ne muovono passi e sentimenti.

Le storie sono originali e intriganti, molto diverse dagli annunci marchettari. Si parla del rapporto tra "buon maestro" e "cattivo allievo" (cattivo nel senso di perverso); del rapporto tra attore (un burattino, comandato da un burattinaio) e personaggio (Loi); di rappresentazione metaforica del genio (Mercurio, essenza e materia). 
Particolarmente interessante la parte grafica. Tenendo conto che ogni volta cambia il disegnatore e il "colorista" è sorprendente la continuità della ricerca grafica. Le tavole sono veri e propri piani sequenza; sono a colori, ma la prima storia era nata in bianco e nero e lo si vede: le luci radenti ci perdono un po'. Sono a colori, qualche sciocco recensore afferma che sia per i piccoli lettori! Credo che sia roba da adulti con una certa erudizione! La colorazione, pur riuscita, mostra nella prima storia, a volte non sempre, qualche stonatura cromatica. Difetto che scompare nei fascicoli successivi pensati subito a colori. Una costante le sceneggiature di Billotta e le splendide copertine di Manuele Fior.

Un giallo? No. Un noir? Nemmeno. Un thriller psicologico? Forse, ma la direi più una storia avventurosa alla Dumas; del resto Sherlock Holmes non era ancora stato pensato e Edgar Alla Poe più che ai delitti si dedicava ai corvi!
Edizione curatissima, a colori, non come il n.500 di Tex (alcune pagine a pastelli), ma l'impegno è di alta qualità e anche il risultato!

La quarta storia, Il cuoco mascherato, mi ha sorpreso. Non c'è delitto, ma una ricerca del tempo perduto condotta, anzichè assaporando "petites madeleines", gustando trippa al sugo. Inseguendo una donna bionda dai lunghi capelli per gli oscuri vicoli di Roma (ricordate Il segno del comando?) Mercurio chiarisce il mistero, ma si sa: i misteri sono come matriosche!
Infine, la sesta A passeggio per Roma. Gioco puramente intellettuale, sottintesi, rimandi, rinvii. La storia alla fine, secondo me si sgonfia un po', come un  tortino di spinaci cotto a fuoco troppo basso, ma i disegni sono veramente belli... e allora, tanto per far rima: Viva la Bonelli!

Segnalo, riguardo la quinta puntata L'infelice (che qui non tratto) questa centrata recensione: Leggetela con attenzione! Poi tornate qui che sono geloso!

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