Il gufo giallo
recensioni di romanzi gialli
Giudizio n. 117
Nome d'arte Doris brilli
di Andrea Vitali
Garzanti
Lo zio di Gigi Arnaudi
Inutile negarlo, inutile
chiedersi il come... l'apparentemente svagato maresciallo Ernesto Maccadò è parente stretto del
maresciallo Gigi Arnaudi. In quanto tale è "figlio sdatto di un dio minore"! Eh sì, perche l'Arnaudi è sempre sul pezzo!
Ma umanità, sensibilità, gentilezza,
tatto indicano Ernesto come tale! E anche l'attenzione alle cose minimali della
vita.
Leggere l'ultimo romanzo di
Andrea Vitali mi ha ricordato Piero Chiara e Mario Soldati, con tenerezza,
verso di lui. Cercherò di spiegarmi.
Innanzitutto premetto: questo
libro non è un giallo, non è un noir e tantomeno non è un thriller! E' un
racconto di un fine dicitore.
Il personaggio di Maccadò ricorda
molto, per gli aspetti umani, Gigi Arnaudi ma è qualcosa di più e, purtroppo,
qualcosa di meno.
Vitali gioca con le parole,
trascura però la punteggiatura e molte virgole, punto e virgola e due punti si
perdono per strada. Il fine dicitore cade spesso nell'insolvenza della
grammatica e ciò lo penalizza. Peccato. Non si può porsi, con prosopopea, come innovatori della
grammatica trascurandone le regole basilari e basiche. Così facendo si
sminuisce anche quel tanto di buono che si scrive.
Vitali invece pensa d'essere una
specie di Dante Alighieri, ma lo è solo "de
noantri"! Se mettesse un po' d'ordine alla sua prosa potrebbe aspirare
ad essere un emulo di Piero Chiara che
però, più e assai di lui, dominava non solo il lessico e la semantica, ma anche
la grammatica.
Fatta questa doverosa premessa
torno al romanzo, che romanzo non è. Troppi personaggi 2bozzetto" figurine
con meno spessore dei personaggi del presepe proposti al mercatino di San
Pregorio Armeno. Dico: un racconto di 150 pagine molto leggere, vedi gli
"a capo" e l'impaginazione (100, forse?) con 53 personaggi;
rileggendone l'elenco in appendice mi sono accorto che ne avevo dimenticati
almeno 15!
La storia è leggera e un po'
campata in aria. La (chiamiamola così) soluzione ci lascia sorpresi, non per
l'originalità, ma perché arriva inattesa e non poggia su basi abbastanza solide
da renderci consenzienti.
La prosa (sperimentale?) è altalenante
e salta, spesso, di palo in frasca. Ripeto, un racconto scritto di getto, con sorprendete
sicumera, che all'inizio può sedurre, ma dopo qualche decina di pagine stanca e
innervosisce.
Alla fine dei personaggi resta ben poco, soprattutto del maresciallo
Maccadò. Acuto e sagace, meteora o ombra furtiva?
Voto **1/2/5
quando si deve pubblicare un libro al mese.... si finisce per dimenticare virgole, punto e virgola, punteggiatura e quant'altro!!!!
RispondiEliminaQuando il mercato tira, pensi più ai numeri (€), che alle lettere! Ciao cara Nilde. Un saluto anche da Antonietta, Marco
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