giovedì 3 maggio 2018

Una tranquilla provincia criminale (IX)


 Una tranquilla provincia criminale
rassegna di alcuni delitti  della "provincia liquida" italiana




(IX)
Roma(I)
Un caso tormentato e lungo, ma irrisolto


Un maledetto giorno. Sabato 11 aprile 1953, vigilia di Pasqua (quasi a Roma, quasi in Vaticano!), sulla battigia della spiaggia di Torvaianica, presso Roma, venne rinvenuto il corpo senza vita della ventunenne romana Wilma Montesi, scomparsa il 9 aprile precedente. Attenzione questo è un caso montato, fuorviato, depistato, spinto dalla stampa. La foto con la donna in nero (è una ricostruzione fotografica ad uso dei settimanali scandalistici) serve a far subito capire che il turbinio di voci e smentite non fece che ingarbugliare la matassa fino a renderla inestricabile.



La Montesi era una ragazza di origini modeste, figlia di un falegname e nata nel 1932 a Roma, dove risiedeva in via Tagliamento. Al momento della sparizione era fidanzata con un agente di polizia in servizio a Potenza e in procinto di sposarsi. Era una ragazza considerata (secondo i canoni di allora) molto bella, con qualche aspirazione a entrare nel mondo del cinema e dello spettacolo (aveva anche preso parte ad alcuni film con piccole comparsate), il cui centro produttivo e aggregante si trovava presso la capitale, a Cinecittà, e da tutti descritta come riservata e signorile, impegnata a mettere a punto il corredo in vista delle imminenti nozze, programmate per il Natale successivo.


Il cadavere fu rinvenuto (la storia, tempo dopo, è stata anche raccontata a fumetti)  da un manovale, Fortunato Bettini, che stava facendo colazione presso la spiaggia. Il corpo appariva riverso supino sulla battigia, immerso in acqua solo dalla parte della testa. 

La giovane donna era parzialmente vestita, e gli abiti erano zuppi d'acqua: non aveva più indosso le scarpe, la gonna, le calze e il reggicalze, ed era sparita anche la borsa. mai ritrovata... inizia l'ondata dei dubbi!

 

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