martedì 15 maggio 2018

Una tranquilla provincia criminale (XII)



 Una tranquilla provincia criminale
rassegna di alcuni delitti  della "provincia liquida" italiana


(XII)
Roma II (I)
Un torbido caso di sesso

Secondo gli analisti criminologi il sesso è uno dei moventi più ricorrenti negli omicidi. Secondo gli statistici, dati alla mano, il più frequente. Il delitto Casati Stampa, noto anche come delitto di via Puccini, è, in quanto a implicazioni sessuali,  paradigmatico.  Di certo la donna, Anna Fallarino, era personaggio parecchio chiacchierato prima di essere uccisa e molto anche dopo.





Avvenne a Roma il 30 agosto 1970 nella villa di Camillo II Casati Stampa di Soncino.   Il marchese Casti uccise la moglie Anna Fallarino e il suo giovane amante Massimo Minorenti,   per poi suicidarsi appena commesso il duplice omicidio.


La vicenda ebbe enorme risonanza, per via dei personaggi coinvolti e per le implicazioni morbose che all'epoca il fatto suscitò: a parte la notorietà dei coniugi (Casati Stampa proveniva da una delle più antiche famiglie nobiliari milanesi), Minorenti aveva avuto in precedenza anche una relazione con la star tv Lola Falana ed aveva conosciuto la Fallarino a un ricevimento, entrando nella rete dei rapporti sessuali cui il marchese spingeva la moglie; rapporti che si verificavano sotto il suo sguardo voyeuristico, ma senza la sua partecipazione attiva.


Camillo Casati e Anna Fallarino si erano incontrati per la prima volta a Cannes nel '58.  La donna all'epoca era sposata con l'ingegnere Giuseppe Drommi (poi consorte di Patrizia De Blanck). Camillo II ne diventò l'amante, fino a farle ottenere l'annullamento del matrimonio dalla Sacra Rota  pagando, si dice, 1 miliardo di lire. La sposerà poi, con rito sia civile che religioso, nel 1959. Sarà durante la luna di miele che Camillo Casati le rivelerà i suoi gusti sessuali segreti, spingendo la moglie ad intrattenere rapporti sessuali con giovani di bell'aspetto da lui stesso scelti e pagati. 
Il tutto avveniva sotto il suo sguardo attento, ma non gli bastava guardare, voleva anche rivedere: contrattava sempre la possibilità di scattare fotografie di quanto avveniva. 
Di tale passione voyeuristica (nota e piuttosto diffusa) e candaulistica (meno nota e perversa) ci restano numerose annotazioni scritte di suo pugno quando si beava nel riguardare le foto relative ai momenti e alle esperienze più soddisfacenti. Così, ad esempio, scriveva:


« Al mare con Anna ho inventato un nuovo gioco. L’ho fatta rotolare sulla sabbia, poi ho chiamato due avieri per farle togliere i granelli dalla pelle con la lingua ».
Mi sembra ovvio che gli avieri meritassero d'esser pagati! Comunque una vicina d'ombrellone un po' imbarazzante.
Il marchese maniaco annotava anche:


« Oggi Anna mi ha fatto impazzire di piacere. Ha fatto l'amore con un soldatino in modo così efficace che da lontano anche io ho partecipato alla sua gioia. Mi è costato trentamila lire, ma ne valeva la pena »
Non mancano le testimonianze di chi ha partecipato ai loro giochi erotici, tra le tante quella di un anonimo bagnino:
« Erano du' zozzoni.  Venivano sulla spiaggia e si mettevano nudi. Un giorno mi hanno invitato a stendermi tra loro. L'ho fatto e mi sono sentito sfilare il costume, poi quella donna mi ha attirato sopra di sé. È accaduto tutto sotto gli occhi del suo compagno. Alla fine lui era talmente contento che mi ha dato cinquemila lire di premio. »
Un bell'incasso, tenuto conto che non c'era da leccare via la sabbia!
Tuttavia, con il proseguire degli incontri, il marchese nel suo diario personale esprime più volte il timore di un possibile coinvolgimento affettivo della donna con gli occasionali compagni di rapporti mercenari.


La svolta decisiva in tal senso si ebbe quando Anna Fallarino, coinvolgendo il marito, incominciò ad organizzare festini invitando molte persone, tra le quali era spesso presente Massimo Minorenti, uno studente fuori corso di Scienze Politiche con fama di picchiatore missino, già noto alle cronache mondane per una presunta relazione con la ballerina TV Lola Falana.

 



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