lunedì 28 dicembre 2020

In ricordo di Leonardo Sciascia

 IN MEMORIA DI LEONARDO SCIASCIA

 
Il prossimo 8 gennaio 2021 saranno cento anni dalla nascita di Leonardo Sciascia. Lo voglio ricordare attraverso tre romanzi e i tre film che ne seguirono. Tutti e sei molto li amo e sono loro grato perché tanto mi hanno insegnato.
 
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1960
E' un grande saggista, Leonardo Sciascia, di successo, ma decide di dedicarsi alla letteratura scoprendosi anche grande scrittore. Dopo alcune prove di grande qualità, spinto dall'amico Andrea Camilleri, adotta (ma non la sposa, la prende solo in prestito ricavandone il meglio) la tecnica narrativa del giallo. 
A partire dagli anni sessanta scrive infatti numerosi romanzi polizieschi (fra cui Il giorno della civetta  del 1960 e A ciascuno il suo   del 1966). Nei "gialli" di Sciascia la verità non è mai semplice come sembra all'apparenza e la soluzione dell'enigma non ha una funzione consolatoria, come avviene quasi sempre nei gialli classici della tradizione e nel lettore rimane la sensazione di una "giustizia tradita".


Per questo sono da considerarsi dei noir. Noir che come aveva dimostrato Franco Enna (suo conterraneo), si potevano ambientare il provincia, meglio se in quella siciliana.
 
Il film venne dopo ed ebbe successo di pubblico, meno di critica.
 
1966

Il 1966 è l’anno di svolta nella storia del giallo italiano, il genere diventa maturo, grazie anche aLeonardo Sciascia che ci riprova e scrive il suo capolavoro:  A ciascuno il suo. Più che  un romanzo giallo è un meraviglioso e ambiguo noir, asciutto e viscido, stringente e rarefatto, buio e accecante, profondamente amaro.
Il romanzo di   Leonardo Sciascia,   pubblicato per la prima volta nel 1966  dalla casa editrice Einaudi, passerà poi ad Adelphi. Il titolo è la traduzione dal latino di Unicuique Suum, frase stampata sul retro delle lettere ritagliate da un quotidiano per compitare la lettera minatoria che compare nel racconto e che è elemento rilevante per l'indagine.



  
Il romanzo di Sciascia ottiene subito un grande successo, influenzerà per molti anni a venire gli autori di gialli, sia italiani che stranieri.
 
 

 Anche il film si fa apprezzare, nonostante qualche sbafatura.

1989
 
 
1989, Leonardo Sciascia, deluso dalla politica (ma che ci s'era messo a fare?) e anche da Todo modo ( metafora allegorica o allegoria metaforica della politica, ma non un giallo!)  ci riprova col giallo, quello vero, e risponde, dopo aver studiato le Lezioni Americane di Calvino (sembra che ne avesse avuta copia in lettura in anteprima), con la leggerezza. Esce Una storia semplice. Il racconto, non è neppure il caso di parlare di romanzo breve, inizia così:
Il telefonista di una stazione di polizia, la sera del 18 marzo alle 21:37, riceve una telefonata di un uomo che chiede di poter parlare col questore. Egli annota:

« L'ora e il nome della persona che telefonava, un certo Giorgio Roccella. Aveva una voce educata, calma, suadente. "Come tutti i folli" pensò il telefonista. »
e trasferisce la chiamata al commissario che però in quel momento si stava infilando il cappotto per uscire. Così il brigadiere, che era seduto al tavolo vicino, prende la telefonata. L'uomo al telefono gli fornisce i propri dati, indica il luogo in cui si trova e chiede l'intervento di una pattuglia della polizia....
 
Due anni dopo uscì il film. Secondo me, è più movimentato e forse più esplicativo del libro, che pure, da molta critica è apprezzato per la sintesi (a me sembra geniale, ma per l'eccessiva brevità,  bozzetto).
 
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