venerdì 30 dicembre 2011

Il gufo giallo (22)

Rubrica letteraria

Il gufo giallo
recensioni di romanzi gialli
libro n. 22


Uomini che odiano le donne

Stieg Larsson

Marsilio



 


Sull'isola si muore... di noia.


Me l'hanno regalato. Questo per dire che non ho colpe: non l'avrei comprato. Non comprerei mai un libro che riporta in copertina la scritta: “Un caso editoriale. Un libro che vi terrà svegli fino all’alba”. Nonostante il peso (un mattone) pensavo di leggerlo in aereo durante un viaggio in Mexico; in volo non riesco mai a dormire. Sia all’andata che al ritorno non sono riuscito a superare pagina dieci: due colpi di sonno stupendi: mi hanno fatto assorbire il fuso orario! Significa però un’altra cosa: ero prevenuto. In sette giorni di "quasi" quarantena sanitaria (in primavera 2009 c’era la suina) non sono riuscito  a leggere più di 210 pagine. Dopo tante parole non era successo niente! Sopraffatto dalla noia l’ho abbandonato sul tavolino in attesa di tempi migliori. E’ passata   l’estate e anche parte dell’autunno: tre gironi di piogge a novembre me l’anno fatto finire: una fatica.

Testo prolisso, tecnicamente obsoleto e privo di ritmo. Alcune pagine farebbero addormentare la statua dell'Aurora, ancorché boreale. Personaggi da cliché di fiction televisiva. Trama oziosamente stagnante. Colpi di scena: assenti. Descrizioni particolareggiate di oggetti, ambienti e luoghi inutili: gli oggetti hanno trovato sponsor nel film, ma restano tutta spazzatura. Figuriamoci se in un giorno meno uggioso, di normale cielo nuvoloso, mi metterei a leggere quelle pagine soporifere! Veniamo ai dialoghi: ho una fissa per i dialoghi. Questi si fanno dimenticare subito: non mi ricordo una frase, una battuta, niente. Non sono dialoghi tra personaggi credibili immersi in una storia, sono un po' platonici, didascalici. Costruiti per far raccapezzare il lettore che già dopo qualche decina di pagine s'è perso (per via del sonno). Lodevole sforzo, ma il risultato è una storia fredda e scostante con personaggi "velina". Non parliamo quindi di "storia avvincente", ma avvolgente, come melassa dal sapore sciapo. Ultima cosa, ma non l'ultima: l'inizio è platealmente copiato da Il segno dei quattro di Conan Doyle... povero Holmes; in che mani!

Totale: **/5

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