mercoledì 29 febbraio 2012

Gufo giallo (40)

Rubrica letteraria

Il gufo giallo
recensioni di romanzi gialli
Libro n. 40


Rosa elettrica  
Giampaolo  Simi
Einaudi

 

 

L’agente Rosa, “sbirra dimmerda” (come la chiama Cociss il suo “protetto”), vive ancora i sogni, e gli incubi, di quando era bambina. Ce lo spiega un prologo breve e fantastico prima di gettarci in una narrazione aspra, cruda e realistica. Dopo le prime due pagine, troviamo Rosa già “grande”. E’ entrata in polizia ed ha un incarico importante, ma - “Io non sono nell’investigativa!” dice - formalmente non è riconosciuta come detective. Lo leggevo per cercare il suo metodo d’indagine, in questo caso al femminile (Simi ha disegnato in modo molto realistico e sofferto questa donna!). Rosa però “non ha un metodo” né, come si è visto, afferma di volerlo avere. Mi sono detto, deluso, dopo un centinaio di pagine. Superficiale il mio pensiero e  pia illusione quella di Rosa. Come si fa a scortare un giovanissimo boss della camorra, chiamato Cociss, sotto protezione perché pentito e deciso a collaborare, senza esser costretta a indagare? Incarico breve, di pochi giorni, un rito, una procedura amministrativa quasi, di passaggio che permetterà a Rosa di fare un salto di  carriera. Ma le cose non sono mai semplici e soprattutto non tornano. Per capire che lei indagava di brutto l’ho dovuto rileggere con occhio più freddo, frammentando. Cosa non facile: la trama e il modo di scrivere di Simi sono davvero un punto di forza, coinvolgono il lettore, lo fanno stare dentro la vicenda.  Alla fine emerge un metodo freddo e analitico, capace di arrivare alla soluzione dei problemi se non fosse costretta a muoversi in un teatro  di pupi con un puparo troppo, troppo in alto. Credo che il "personaggio" Rosa esca da questa storia formato a più dimensioni per esperienze d’investigazione pura (restando nel noir: di cui mi sembra già eccellente rappresentante), ma farle far carriera è un problema tutto dell’autore. Cme quello di "portarla" al cinema! Sotto un'immagine per una possibile locandina...


 

Un romanzo noir che ti prende fin dalle prime pagine, ti prende, e non ti molla fino alla fine. E anche dopo continua a farsi sentire... E' un libro crudele, spietato, secco e asciutto nel suo narrare, con i piccoli paragrafi ben congegnati che scorrono veloci senza annoiare mai.

La scrittura di Simi è serrata, veloce, sembra di correre a 200 all'ora in macchina, sfuggendo a non si sa cosa, a qualcosa che non si vede ma si percepisce, qualcosa di invisibile e pericolosissimo. Ci si sente sempre sul filo del rasoio, o su un precipizio. La tensione non cala mai, si ha sempre la sensazione che qualcosa di tragico, inevitabile e adrenalinico stia per accadere. Ed effettivamente accade, ma senza mai corrispondere a quello che ci si aspettava...

Sono personaggi veri quelli che si muovono in queste pagine; sfaccettati, imprevedibili, non c'è spazio per eroi o anti-eroi, macchiette o stereotipi. Qui c'è la realtà, durissima, che piaccia o no.

Voto ****/5

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