domenica 16 settembre 2012

Antichi svaghi

Montevarchi e Valdarno

Antichi svaghi domenicali 
a metà degli anni '20
 
 
Il Pallone col bracciale si praticava con grande successo di pubblico. Era (purtroppo nessuno lo pratica più!) uno sport di squadra sferistico (da cui il nome del campo di gioco: sferisterio) e uno dei giochi nazionali italiani più antichi: fu lo spettacolo atletico più popolare in Italia sino al  il 1927. I "pallonisti" professionisti, ossia giocatori di pallone, dell'epoca erano tra gli atleti più ricchi e famosi del mondo.
 
 
A Montevarchi si giocava allo Sferisterio del Giglio (poi Circolo del tennis, ora centro parrocchiale) di cui non è rimasta memoria: il muro fu abbattuto da una tromba d'aria quando già c'era il tennis.
 
 
Il gioco delle bocce (al bocciodromo del paese) o quello delle palle nel pallaio rurale. Non era solo una questione di locazione, ma anche di dimensioni. Le palle (solo di legno) erano molto più grandi e il pallaio anziché le sponde aveva i bordi parabolici. Il pallaio richiedeva (per fare buoni tiri) calcoli astronomici e manutenzione accurata. E' per questo che si costruivano lungo i borri (acqua e rena). Quelli longo il borro dell'Ornaccio erano molto apprezzati per via del renino, che veniva anche vendito alle massaie per rigovernare. Ancora oggi  si possono vedere (ci vuole molta attenzione) le vestigia di uno di questi pallai.
Il gioco del tamburello, di cui ci portiamo ancora ricordi di estati passate al mare, era in realtà gioco di squadra. Si giocava anch'esso allo sferisterio. In Valdarno l'ho visto sopravvivere a Figline, nel piazzale del parcheggio dello stadio, chissà se stamani ci sono?
 
 
Il gioco della ruzzola si faceva con le forme di cacio o con dischi di legno sagomati. Il formaggio era usato solo nelle sagre paesane, negli altri casi si preferiva il legno.
 
Alla fine del 1800 ('96 o '97?) il gioco era talmente praticato che si disputò un campionato nazionale a squadre. Carlo Fontana e Enrico Mascagni furono la coppia campione
 
Nota dell'autore: Sento il bisogno di fare una precisazione. I frequentatori di questa pagina potranno essere nostalgici, curiosi, fieri, stupiti (con la "t"), storici, passionari o altro. Non fo' una piega: ognuno percepisce le cose in base a ciò che ha dentro e ogni emozione è da apprezzare. Io che ne sono l'autore lo faccio per curiosità d'autore, appunto. Le mie domande, visto che racconto delitti avvenuti negli anni '20, come si può capire dalla copertina seguente, 
 

 
sono del tipo: "Come ci si spostava?", "Cosa si mangiava?", "Che oggetti erano d'uso comune?", "Che parole s'usavano, che oggi non si usano più?", "Quali film si vedevano?", "Che libri si leggevano?" e altre (tante) simili. Scopo: costruire personaggi attendibili, reali, ben calati in quella realtà. Solo personaggi veri possono raccontare una bella storia tutta inventata! Questo per amor di precisione. Buona navigazione!
 

2 commenti:

  1. Ho appena letto il suo Blog, lo trovo molto interessante. Mi sono trovato per caso nella sua pagina effettuando una ricerca sul tamburello, sport che pratico sin da bambino. Sono di Torrita di Siena e il giocatore di tamburello che vedo nella sua foto è mio zio Maggiore Capitani. Lo zio, per la precisione, di mio nonno, giocò neglia anni 30 nella squadra della SELT VALDARNO. Al tempo in cui non era stata attuata la nazionalizzazione dell'energia elettrica, che avverrà nel dopoguerra, la società appena citata aveva una squadra di tamburello.
    Saluti e buona ricerca,
    Niccolò Malacarne
    ps. a Figline fino a qualche anno fa hanno disputato il campionato di Serie C al momento credo giochino solo per diletto.
    nicco.mala@hotmail.it

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    1. Grazie davvero! E' molto interessante. A Figline li avevo visti, passando in treno, giocare nel grande parcheggio vicino al campo sportivo. Grazie di nuovo! Oscar

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