martedì 30 ottobre 2012

Ferale notizia


The Empire Strikes Again



Oggi è  una brutta giornata per autori, piccoli e medi editori e librai indipendenti. E’ ufficiale: la Penguin (inglese) e la Random House (tedesca) si sono fuse. Un passo avanti per cercare di conquistare il monopolio del mercato dei libri.
Lavoro da sempre coi piccoli editori, quindi ho interessi viscerali e di parte (ve lo dico perché sia chiara la mia posizione), ma la nascita dei colossi mi sta antipatica come da ragazzo il giocare a Monopoly a cui preferivo (dato che di ladri si doveva parlare) il rubamazzo.
Credo che ci sia da essere parecchio preoccupati: ogni monopolio di mercato è sempre una diminuzione della libertà individuale e collettiva. In più gli autori avranno meno opportunità perché questa fusione (che ne scatenerà altre) farà scempio di migliaia di piccoli editori.

3 commenti:

  1. Il mercato del libro sta cambiando in maniera velocissima. Il futuro correrà su internet sia per gli ebook che per le vendite di cartaceo on line (i libri saranno stampati solo su richiesta, nessuno, neanche i grandi, schianteranno di magazzino e di invenduti). L'importante non sarà stampare tante copie del libro e saturare così gli spazi fisici delle librerie ma farsi trovare sul web. Il mercato lo faranno quindi i siti su cui avverrà la distribuzione, come nel caso della musica. I piccoli editori avranno un futuro nella misura in cui cureranno la qualità e costituiranno comunità di fedeli appassionati. Lo scrivere diventerà una parte sempre meno importante del mestiere dello scrittore mentre la presenza sul web e la promozione diventeranno la parte più preponderante della sua attività (nota 1: Oscar è un esempio per tutti noi per come si è brillantemente attivato ormai da tanti anni) (nota 2: se fare lo scrittore significa questo non so se avrò il tempo e, soprattutto, se mi piacerà farlo). La fusione delle due case editrici mi pare una battaglia di retroguardia tra dinosauri in via di estinzione perché se l'hanno fatta per espandersi ancora di più nelle librerie fisiche, tra dieci anni si ritroveranno con nulla in mano.
    Sergio Calamandrei

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  2. precisazione sulla nota due: intendo dire che a me piace scrivere e mi occupa quasi tutto il tempo che posso dedicare a coltivare le mie passioni, ovvero ben poco tempo. La presenza sul web è bella perché si conoscono e frequentano tante persone ma non è una delle mie principali passioni. Dunque se deve mangiarsi quasi tutto il tempo di cui dispongo, a scapito della scrittura, non so se vale la pena continuare a fare lo scrittore "amatoriale". Sergio

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  3. Sono d'accordo sul punto qualità: i piccoli la devono perseguire "a tutti i costi" anche rifiutando di pubblicare se l'autore non si piega a lavorarci sopra. Questo ho preteso da Romano editore per continuare a fare il curatore di collana. Per il resto confesso che ci capisco poco, ma, siccome sono giocatore di scacchi, credo che l'arrocco in casella qualità possa pagare. Ciao e grazie.

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