giovedì 7 febbraio 2013

Il gufo giallo (53)


Rubrica letteraria

Il gufo giallo
recensioni di romanzi gialli
Libro n. 53

Gli onori di casa.     
Alicia Giménez Bartlett  
Sellerio



La vita privata di Sherlock Holmes era meno privata!
Cominciamo a criticare il marketing. Gli Onori di casa segue una trama insinuante inattesa e sinuosa”, si legge nella fascetta di presentazione, anche senza occhiali! Ora, io credo (in quanto “tramaiolo” non mi prendete sul serio non sono attendibile) che la traiettoria, che dovrebbe essere convergente, di questo giallo risulti (potrei anche parlare di convergenze parallele, ma non è il caso!) ondivaga. In parte anche prevedibile e con attese da semaforo rosso che i rondò europei (in Spagna c'erano prima che da noi!) hanno da tempo risolto. E così, anche se aspettavo interessato la nuova avventura di Petra Delicado (perché io credo e scrivo solo di protagonisti seriali!), mi ritrovo a sbadigliare ogni tanto e parecchio da  circa metà libro in poi! Vedo i possibili sviluppi, non sorprendenti (ma dai, che aspetti, indaga lì!) ma soprattutto spero che gli scambi di battute tra Petra e il suo vice Garzon (ma quando era tanto simpatico?)  s’avessero ad abbozzare! Non credo più, ormai, che possano diventare così spassosi e da commedia brillante come alcuni amici mi hanno segnalato. Un po' risaputi i dialoghi, da commedia amatoriale, ma sono convinto che il mio ipercriticismo non sia capito dalla massa!
Trama molto esile, non merita neppure di parlarne. Fastidiosa Petra, sempre incavolata su tutto (menopausa in arrivo?) o marito dal "core ingrato"? La difesa strenua e reiterata del suo valore di donna e di professionista appare persino ridicola. Annoia parecchio. Cosa vuole la sua "quota rosa"? Dopo la piacevole sorpresa iniziale (qualche dialogo non è male) sento il sapore del tè fatto per sette volte con la stessa bustina come usava mia suocera, che dio l’abbia in gloria!
L'approfondimento dei caratteri e delle situazioni è procedurale, senza un lampo che illumini qualche aspetto interessante, singolare o semplicemente bizzarro. 
Punto dolentissimo: il libro è in parte ambientato in Italia. Si sprecano i luoghi comuni su vizi e virtù italiche! Alcuni penosi: il brano da pag. 168 a pag. 174 (l'arrivo e Roma e il Colosseo)  sembra tratto dal film di Totò dove lui tenta di vendere la fontana di Trevi! Ma anche sulla Spagna si esagera! Possibile che tutti, ma tutti,   gli italiani con cui entra  in contatto Petra ricordino con affetto e nostalgia Barcellona. Città splendida, ci ho anche ambientato un mio romanzo di prossima uscita (che fo', lo sposto a Saragozza?), ma è possibile che chiunque abbia la possibilità di parlare con lei l'abbia già visitata? Almeno una battuta tipo “Ah, Barcellona! Come mi piacerebbe vedere le statue di “Goody” e la Santa Famiglia!”  Invece di un po’ d’ironia, tutti a tesser lodi, invece.
Le lungaggini (soprattutto private) fanno superare le 500 pagine! Ben scritte, come sempre, ma molte solo di noia ben narrata.
Voto ***/5 

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