Rubrica letteraria
Il
gufo giallo
recensioni di romanzi gialli
recensioni di romanzi gialli
Libro n.
53
Gli onori di casa.
Alicia Giménez Bartlett
Sellerio
La vita privata di
Sherlock Holmes era meno privata!
Cominciamo a criticare il marketing. “Gli
Onori di casa segue una trama insinuante inattesa e sinuosa”, si legge
nella fascetta di presentazione, anche senza occhiali! Ora, io credo (in quanto
“tramaiolo” non mi prendete sul serio non sono attendibile) che la traiettoria, che dovrebbe
essere convergente, di questo giallo risulti (potrei anche parlare di convergenze parallele, ma non è il
caso!) ondivaga. In parte anche prevedibile e con attese da semaforo rosso che i
rondò europei (in Spagna c'erano prima che da noi!) hanno da tempo risolto. E così, anche se aspettavo interessato la
nuova avventura di Petra Delicado (perché io credo e scrivo solo di
protagonisti seriali!), mi ritrovo a sbadigliare ogni tanto e parecchio da circa metà libro in poi! Vedo i possibili
sviluppi, non sorprendenti (ma dai, che aspetti, indaga lì!) ma soprattutto spero che gli
scambi di battute tra Petra e il suo vice Garzon (ma quando era tanto simpatico?) s’avessero ad abbozzare! Non
credo più, ormai, che possano diventare così spassosi e da commedia brillante
come alcuni amici mi hanno segnalato. Un po' risaputi i dialoghi, da commedia
amatoriale, ma sono convinto che il mio ipercriticismo non sia capito dalla
massa!
Trama molto esile, non merita neppure di
parlarne. Fastidiosa Petra, sempre incavolata su tutto (menopausa in arrivo?) o marito dal "core ingrato"? La difesa strenua e reiterata del suo valore di donna e di professionista appare persino ridicola. Annoia parecchio. Cosa vuole la sua "quota rosa"?
Dopo la piacevole sorpresa iniziale (qualche dialogo non è male) sento il
sapore del tè fatto per sette volte con la stessa bustina come usava mia
suocera, che dio l’abbia in gloria!
L'approfondimento dei caratteri e delle situazioni è procedurale, senza un lampo che illumini qualche aspetto interessante, singolare o semplicemente bizzarro.
L'approfondimento dei caratteri e delle situazioni è procedurale, senza un lampo che illumini qualche aspetto interessante, singolare o semplicemente bizzarro.
Punto dolentissimo: il libro è in parte
ambientato in Italia. Si sprecano i luoghi comuni su vizi e virtù italiche! Alcuni penosi: il brano da pag. 168 a pag. 174 (l'arrivo e Roma e il Colosseo) sembra tratto dal film di Totò dove lui tenta di vendere la fontana di Trevi! Ma
anche sulla Spagna si esagera! Possibile
che tutti, ma tutti, gli italiani con cui entra in contatto Petra ricordino con affetto e nostalgia
Barcellona. Città splendida, ci ho anche ambientato un mio romanzo di prossima
uscita (che fo', lo sposto a Saragozza?), ma è possibile che chiunque abbia la
possibilità di parlare con lei l'abbia già visitata? Almeno una battuta tipo “Ah, Barcellona! Come mi piacerebbe vedere
le statue di “Goody” e la Santa Famiglia!” Invece di un po’ d’ironia, tutti a tesser lodi,
invece.
Le lungaggini (soprattutto private) fanno superare le 500 pagine! Ben scritte, come sempre,
ma molte solo di noia ben narrata.
Voto ***/5
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