Oscar Montani – Glauco Dal Pino
Inconfessabili moventi
Riviviamo insieme un mese e un giorno
di ordinaria follia
(giorno 31)
(giorno 31)
Sabato 31
Cinema d’essai
Amo andare al cinema di sabato, nel primo pomeriggio.
Fanno film d’autore: ci sono sempre pochi spettatori, niente ragazzi e tanto
silenzio. Clima ideale per un cinefilo. Mi metto nell’ultima fila sul lato
sinistro. E’ l’angolo più in ombra: nessuna luce si sicurezza ti si ficca negli
occhi. Da lì ho tutto lo schermo per me.
Quando entrai, in sala c’erano solo sette persone. Tre
coppiette giovani, sedute a scacchiera alla mia destra, che avevano già
iniziato le loro effusioni. Una vecchietta, forse miope, era seduta in terza
fila, sempre a destra.
Tre minuti dopo i titoli di testa arrivò il nono
spettatore. Aspettò a sedersi, per
abituarsi all’oscurità: si vede che voleva scegliersi bene il posto. Si
mise davanti a me. “Che cavolo:
con tutto il posto che c’è, proprio davanti!”, pensai. Cominciò a
sgusciare noccioline, col piede le schiacciava anche. Mi spostai di tre posti a
destra.
Dopo nemmeno dieci minuti si alzò e uscì. La pace non
durò a lungo. Riapparve con in mano un’enorme bicchiere di Coca Cola con due
cannucce. Altro minuto di ambientamento e poi si rimise seduto davanti a me. “Ma come... allora lo fa apposta!”, mi
dissi. Lo toccai sulla spalla: “Perché
non vai più in là?”. Si voltò e indicò le coppiette abbracciate nel
buio: “Mica sono un guardone,
lì pomiciano di brutto!”. Non aveva tutti torti: i corpi
si stavano davvero annodando. Mi spostai a sinistra nel posto di prima.
Servì a poco, tre posti di distanza erano poca cosa.
Faceva gorgogliare le cannucce in modo orribile. Disseccato il bicchiere si
mise a ruttare con rumori cavernosi e osceni. Provai a sibilare un “ppsssss!”. Si voltò e, dopo
avermi ruttato in faccia, mi rispose con un sussurro da cavernicolo: “Che c’è? La Coca mi gonfia!”.
Si alzò ancora e uscì. Tornò portando in braccio un
enorme sacchetto di pop corn. Com’era prevedibile, si rimise a sedere proprio
davanti a me. Quando ficcò la mano nel sacchetto la carta “scroccolò”: si diffuse malefica la fragranza del mais
tostato.
Senza alzarmi afferrai la sua testa e con mossa secca
gli troncai il collo. Non sopporto l’odore dolciastro del pop corn. Lasciai
lentamente il mio posto, uscii e me ne andai. Il film, in fondo, non era
granché.
THE END


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