martedì 15 ottobre 2013

Inconfessabilmente (31)


Oscar  Montani – Glauco Dal Pino

Inconfessabili moventi 
 
Riviviamo insieme un mese e un giorno
di ordinaria  follia
(giorno 31) 
 
Sabato 31
Cinema d’essai
Amo andare al cinema di sabato, nel primo pomeriggio. Fanno film d’autore: ci sono sempre pochi spettatori, niente ragazzi e tanto silenzio. Clima ideale per un cinefilo. Mi metto nell’ultima fila sul lato sinistro. E’ l’angolo più in ombra: nessuna luce si sicurezza ti si ficca negli occhi. Da lì  ho tutto lo schermo per me.
Quando entrai, in sala c’erano solo sette persone. Tre coppiette giovani, sedute a scacchiera alla mia destra, che avevano già iniziato le loro effusioni. Una vecchietta, forse miope, era seduta in terza fila, sempre a destra.
Tre minuti dopo i titoli di testa arrivò il nono spettatore. Aspettò a sedersi, per  abituarsi all’oscurità: si vede che voleva scegliersi bene il posto. Si mise davanti a me. “Che cavolo: con tutto il posto che c’è, proprio davanti!”, pensai. Cominciò a sgusciare noccioline, col piede le schiacciava anche. Mi spostai di tre posti a destra.
Dopo nemmeno dieci minuti si alzò e uscì. La pace non durò a lungo. Riapparve con in mano un’enorme bicchiere di Coca Cola con due cannucce. Altro minuto di ambientamento e poi si rimise seduto davanti a me. “Ma come...  allora lo fa apposta!”, mi dissi. Lo toccai sulla spalla: “Perché non vai più in là?”. Si voltò e indicò le coppiette abbracciate nel buio: “Mica sono un guardone, lì  pomiciano di brutto!”. Non aveva tutti torti: i corpi si stavano davvero annodando. Mi spostai a sinistra nel posto di prima.
Servì a poco, tre posti di distanza erano poca cosa. Faceva gorgogliare le cannucce in modo orribile. Disseccato il bicchiere si mise a ruttare con rumori cavernosi e osceni. Provai a sibilare un “ppsssss!”. Si voltò e, dopo avermi ruttato in faccia, mi rispose con un sussurro da cavernicolo: “Che c’è? La Coca mi gonfia!”.
Si alzò ancora e uscì. Tornò portando in braccio un enorme sacchetto di pop corn. Com’era prevedibile, si rimise a sedere proprio davanti a me. Quando ficcò la mano nel sacchetto la carta “scroccolò”:  si diffuse malefica la fragranza del mais tostato.
Senza alzarmi afferrai la sua testa e con mossa secca gli troncai il collo. Non sopporto l’odore dolciastro del pop corn. Lasciai lentamente il mio posto, uscii e me ne andai. Il film, in fondo, non era granché.
 THE END
 
 

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