mercoledì 22 gennaio 2014

Un giallo al giorno (11)


Cinquanta minuti di suspense
Un giallo al giorno ... 
Mini rassegna della fiction seriale italiana
(11)

        Sarti Antonio (G. Cavina) 1991

Sarti Antonio è stato per anni "un personaggio in cerca d'attore". Dopo alcuni brevi tentativi con scarsa audience arriva  L'ispettore Sarti - un poliziotto una città. E' titolo di una serie che sarà piuttosto lunga: 20 episodi tratti dai romanzi e dai racconti di Loriano Macchiavelli. Vanno in onda a partire dal 1991.




Il personaggio diventa finalmente molto noto al grande pubblico televisivo grazie a Gianni Cavina. E' perfetto come Sarti Antonio, sergente, già apparso in TV nel 1978, ma che nessuno ricorda. Ancor prima di entrare sul campo è promosso, per motivi di marketing (colpa di Gino Cervi, commissario, o di Sheridan , tenente?) ispettore (poco credibile questo, visto il tipo!) dagli sceneggiatori di Rai2. Raggiunge finalmente alti indici di gradimento. Nel 1978 c'era stato un primo film per la TV, suddiviso in 4 puntate, poi un film vero e proprio – in anteprima al festival di Locarno nel 1985 e in TV (RAIUNO) nel 1988 – per la regia di Guido Ferrarini. Non lasciarono traccia, anzi impronta.




Dopo lunga riflessione fu scelto Gianni Cavina: perfetto il suo sguardo un po' vago! La nuova serie di telefilm, con la regia di Maurizio Rotundi, andò in onda in due trance in due trance, rispettivamente, dal 12 febbraio al 7 maggio del 1991 e dal 3 maggio al 14 giugno 1994.
Si comincia il 12 febbraio 1991 con L’inquilino americano, tratto dal romanzo Sarti Antonio e l’amico americano.    



Ma voglio prendere spunto dal primo romanzo, anche se nella cronologia della fiction  viene al trasmesso alla settima puntata: Fiori alla memoria. La sceneggiatura della fiction lo ha cambiato un po': motivi di durata e continuità dei personaggi  Nella foto, dietro il cancello, vedete insieme i tre personaggi fissi della serie: Rosas (sagace studente anarchico, qui molto invecchiato), Leda (la donna di Sarti, qui molto più giovane) e Sarti Antonio, lui medesimo. 
Questa la trama "letteraria". A Pieve del Pino, un paese dell'Appennino tosco-emiliano, si sta erigendo un monumento ai Caduti partigiani. Un incendio doloso distrugge parte del cantiere: un attentato dei fascisti? Dell'indagine viene incaricato Antonio Sarti, colitico sergente della questura bolognese. Subito la situazione precipita: malgrado la sorveglianza, sul monumento appare una scritta inneggiante alla destra. E lì vicino viene trovato il cadavere di un giovane del paese. Che si tratti di delitto a sfondo politico?




Antonio Sarti si incaponisce per cercare la verità. Indaga maldestramente. Qui sopra cerca, impacciato, le confidenze sessuali di una delle "signore libere" del paese. Non fa progressi, inciampa incerto. Se vuole trovare il bandolo, dovrà compiere un lungo viaggio e farsi aiutare dallo studente anarchico Rosas. Nella fiction la figura di Rosas, ben rappresentata nel fumetto, è un po' addomesticata.




Ogni episodio dura un'ora secca, inserto pubblicitario compreso (57'+3'). Alla Perry Mason, tanto per intenderci. Bologna, secondo me, è rappresentata troppo solare. Cavina appare credibilmente imbranato, poco intelligente, ostinato come una capra, ingenuo e, per certi aspetti, credulone. Alla fine, dopo l'ennesima tazzina di caffé, il mistero viene risolto, ma lui è l'ultimo a capire. Capisce anche , e ce lo fa notare, che ci terrebbe parecchio a risolvere per primo l'enigma, ma si deve accontentare che lo facciano altri. 
(11-segue)

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