L’incipit
(V)
Uno studio in rosso
Nell'anno
1878, conseguita la laurea in medicina alla London University, mi recai a
Netley per seguire il corso di specializzazione come chirurgo militare.
Completati i miei studi, fui regolarmente distaccato presso il Quinto Corpo
Fucilieri del Northumberland in qualità di assistente chirurgo. All'epoca, il
reggimento era di stanza in India e, prima che io potessi raggiungerlo, era
scoppiato il secondo conflitto afghano. Sbarcando a Bombay, venni a sapere che
il mio reparto aveva già attraversato i passi ed era ormai all'interno del
territorio nemico. Molti altri ufficiali si trovavano, comunque, nella mia
stessa situazione. Seguimmo quindi il reparto e riuscii a raggiungere sano e
salvo Candahar, dove mi ricongiunsi al mio reggimento assumendo subito le mie
nuove funzioni.
L’incipit nel thriller
Premessa
semi-tecnica su cui riflettere, ma non al buio e nemmeno di notte, potrebbe
saltare la corrente e magari fuori si mette a cantare una civetta!! Nel thriller l’autore
cerca, con lo sviluppo della narrazione, di costruire un crescendo (tipo
il bolero di Ravel) che si “sente” sempre più carico di tensione. L'inizio
dev'essere una bomba a lenta detonazione. Articolare un climax così,
nell'incipit, non è semplice. Le tecniche sono diverse, a volte
sopraffine. La più sottile è disseminare piccoli indizi inquietanti che poi
assumeranno significato: come dei led che si accendono uno alla volta. Verso la
fine devono però lampeggiare con crescendo di frequnza!
Il film Intrigo internazionale ne è un
esempio e tocca l'apice nella scena dell'aereo sul desolato campo di mais, poi
diventa un film di spionaggio. Psyco un altro
classico di zio Alfred è un angosciante crescendo. Altre volte si toglie
subito il velo e le cose diventano smaccatamente evidenti: l'autore
semplicemente lo dice. Non è rozzezza stilistica, è una scelta; significa che
poi, per costruire angoscia e tensione, agirà su altri tasti. In Almost
Blue, ad esempio, Carlo Lucarelli mette sul piatto fin dall’inizio un lago di sangue, la
musica, una Bologna vitale e un giovane uomo cieco: la
persona menomata e indifesa è tipica di questo genere: si ricordi anche il film
La scala a chiocciola.
Ma prima leggiamo l'incipit del romanzo,
omonimo in Italia, da cui e tratto. E' il primo esempio
1 - L’albero
Helen si accorse di aver camminato troppo
solo quando cominciò a imbrunire.
Si fermò e si guardò attorno, rimanendo
colpita dalla desolazione di quella campagna: la sua era stata una lunga
passeggiata, eppure non aveva incontrato nessuno e non aveva visto neppure una
casa. Gli alti argini dei sentieri limitavano il suo campo visivo e sembravano
piste fangose; la collina era un ammasso di tumuli di terra arida, color nero
seppia, coperti da un velo di pioggia residua.
Sulla natura incombeva un greve senso di
attesa, come se sulla valle stesse per abbattersi un cataclisma. In lontananza,
troppo distante per far pensare all’approssimarsi di un temporale, si udiva
fievole il rombo ondu-lato del tuono.
Fortunatamente Helen era una persona
realista, abituata ad affrontare con decisione i problemi e non incline
all’autocommiserazione. Fantasiosa ma dotata di solido buon senso, piccola di
statura e pallida di carnagione come una fettina di luna nascente, era salvata
dall’anonimato solo dalla chioma di capelli rossi, luminosi e soffici. Ma,
anche se dall’aspetto non traspariva, amava la vita in modo appassionato: per
lei il futuro significava una costante attesa, ogni giorno era il benvenuto,
ogni ora e ogni istante un motivo di interesse.
Qui la
ragazza è zoppa (per forza, se no la scala che ci sta a fare?), percepisce
minacce, le cerca tra le ombre, tenta di illuminarle claudicando. Il cieco
di Bologna, invece, ascolta attraverso il suo scanner-radio le voci
della città. Chiuso nella sua stanza, si trova al centro di una vicenda
sanguinosa e terribile.
Stephen King, per me (e per altri illustri più di me) è un maestro
del thriller. Alcuni altri autorevoli studiosi lo classificano nel gotico
oppure nel fantastico, i più nell'horror. Non ho niente da obiettare anche
se personalmente preferisco (non scandalizzi che io metta
nel thriller anche Il giro di vite di James!) guardarne la struttura
narrativa che è, in alcuni romanzi, un meccanismo rigorosamente
thriller. Lo prendo quindi ad esempio. Ricordiamoci che questo testo è
piaciuto a Stanley Kubrick, tanto di cappello! Jack, scrittore fallito
sull'orlo della depressione, cerca un lavoro che gli consenta di scrivere
sbarcando il lunario … Fin dall’inizio si avverte tensione
Shining
1 - COLLOQUIO DI ASSUNZIONE
Jack
Torrance pensò: - Piccolo stronzo intrigante. - Ullman era alto poco più di un
metro e sessanta, e quando si muoveva aveva la rapidità scattante che sembra
essere peculiare a tutti gli ometti grassocci. Aveva i capelli spartiti da una
scriminatura impeccabile, e il completo scuro era sobrio, ma non severo. Sono
un uomo al quale potete tranquillamente esporre i vostri problemi, diceva quel
completo alla clientela solvente. Al personale stipendiato parlava invece in
modo più sbrigativo: sarà meglio che filiate dritto, voialtri. All'occhiello
spiccava un garofano rosso, forse per evitare che per la strada qualcuno
scambiasse Stuart Ullman per il titolare dell'impresa di pompe funebri. Mentre
ascoltava Ullman, Jack ammise tra sé che, date le circostanze, con tutta probabilità
non gli sarebbe piaciuto proprio nessuno da quella parte della scrivania.
Prendiamo ora, come terzo esempio, il capolavoro di
King, IT. E’ una sinistra, angosciante, saga corale che si
espande tra orrori
inquietanti e drammi umani senza speranza. E’ una summa dei temi che in seguito
diventeranno il simbolo dell'autore: la forza soverchiante della memoria, la
profonda incisività dei traumi infantili, il prezzo della violenza occultata
dietro una fragile maschera di felicità, la grettezza e la bassezza umana
nascosta dietro le apparenze di una ridente e piccola cittadina. Fin
dall’inizio tutto ciò si avverte. Mi rendo conto che si tratta di un esempio
estremo, ma la tensione, generata dal soprannaturale, è soverchiata dalla
tensione e dall'approfondimento psicologico dei personaggi: ingredienti (come
pomodoro e basilico per la pizza) del thriller.
IT
Il terrore che sarebbe durato per ventotto anni, ma forse anche di più, ebbe inizio, per quel che mi è dato sapere e narrare, con una barchetta di carta di giornale che scendeva lungo un marciapiede in un rivolo gonfio di pioggia.
La barchetta beccheggiò, s'inclinò, si raddrizzò, affrontò con coraggio i gorghi infidi e proseguì per la sua rotta giù per Witcham Street, verso il semaforo che segnava l'incrocio con la Jackson. Le tre lampade disposte in verticale su tutti i lati del semaforo erano spente, in quel pomeriggio d'autunno del 1957, e spente erano anche le finestre di tutte le case. Pioveva ininterrottamente ormai da una settimana e da due giorni si erano alzati i venti.
Il terrore che sarebbe durato per ventotto anni, ma forse anche di più, ebbe inizio, per quel che mi è dato sapere e narrare, con una barchetta di carta di giornale che scendeva lungo un marciapiede in un rivolo gonfio di pioggia.
La barchetta beccheggiò, s'inclinò, si raddrizzò, affrontò con coraggio i gorghi infidi e proseguì per la sua rotta giù per Witcham Street, verso il semaforo che segnava l'incrocio con la Jackson. Le tre lampade disposte in verticale su tutti i lati del semaforo erano spente, in quel pomeriggio d'autunno del 1957, e spente erano anche le finestre di tutte le case. Pioveva ininterrottamente ormai da una settimana e da due giorni si erano alzati i venti.
(fine)
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