martedì 29 aprile 2014

Delitto e cucina (appendice parte III -1)


Abduzione e gusto

cosa aiuta di più la mente di un detective durante un’indagine complessa,
un arancino o un bicchiere di Calvados?

 (appendice parte III - cap.1)

A proposito di

FRITZ BRENNER

Non si può parlare di Nero Wolfe e delle sue manie (lui le chiama passioni) senza parlare di Fritz. Cuoco sopraffino, Brenner è nato in Svizzera e vive nello scantinato della casa di Nero Wolfe, dove ha accumulato una enorme quantità di oggetti: centinaia di libri di cucina, vecchie pentole appartenute (a suo dire) niente meno che ai cuochi di Cesare Augusto, riviste di gastronomia, trofei di caccia, strumenti musicali, mezzibusti di cuochi famosi… 


Della sua vita privata e del suo passato si sa molto poco, anche se a volte Fritz fa riferimento alla “povera signora Brenner”, lasciando intendere di essere stato sposato. Wolfe lo considera un grande cuoco, anche se “non capace di ispirazione, ma competente ed attento” e accetta il suo aiuto nella coltivazione delle orchidee. Vi propongo una sua indagine apocrifa (l’ho scritta io) tratta dalla raccolta di racconti e ricette Quando il cuoco indaga – Oscar Montani e Serena Scala – Marco del Bucchia editore

Orchidee e salsicce
I

Fritz Brenner era anche un collezionista di pubblicazioni e attrezzi da cucina. Nel suo appartamentino del piano terra, aveva accumulato una enorme quantità di oggetti: centinaia di libri di cucina, riviste di gastronomia, certificati di qualità dei Touring Club di tutto il mondo e documenti di tutti i tipi. Per non parlare degli attrezzi. Padelle di ghisa, di alluminio, di rame e di acciaio. Vecchie pentole storiche appartenute (a suo dire) ai cuochi di Cesare Augusto e a quelli di Carlo Magno. Tante stranezze:  trofei di concorsi, targhe d’argento per la miglior frittata, strumenti musicali, due pistole a tamburo e una frusta. Tutta roba appartenuta a cuochi famosi. Di alcuni aveva il ritratto o addirittura il mezzobusto: un museo culinario. Un giorno, se reso pubblico, avrebbe attirato migliaia di visitatori.
Quella sera seduto sotto il ritratto in litografia di Vatel, stava godendosi i suoi “tesori”. Si riposava in attesa di preparare la solita cena a due: ad Archie e a Nero. Sentì bussare alla porta. Era Archie.
<< Fritz scusa, ma il capo ti vuole subito. >>
<< Vuole mangiare prima? >>
<< No, stasera non dovrai cucinare. Anzi vestiti: dovrai uscire. >>
Fritz lo guardò per vedere se Archie lo prendesse in giro: non era mai accaduto che Wolfe saltasse un pranzo. Ma il detective era serissimo. Fritz si mise il gilet e la giacca di lana pesante. Prese anche l’impermeabile: un trench stropicciato uguale a quello di Humphrey Bogart. Fino a quella sera non se l’era mai messo. Archie sorrise.
<< Incredibile Fritz: sembra tu che sappia di già cosa andrai a fare. Tale e quale Marlowe.  >>
Wolfe lo guardò sconsolato. Per un attimo gli venne anche l’idea di ripensarci, poi si decise.
<< Fritz, devo affidarti un incarico delicatissimo:   puoi occupartene solo tu. Sai cosa c’è stasera allo Empire State Building? >>
<< Certo. Un congresso internazionale:  I Cuochi dei Grandi. Una serie di conferenze sulla vita dei cuochi di personaggi famosi e stasera una gara culinaria tra loro. >>
<< Fritz tu devi andarci. >>
<< Non ci hanno invitato. >>
<< Diciamo, che se ne sono ricordati all’ultimo momento. >>
<< Mio dio! Cosa ho fatto per meritarmi questo premio? Vuole dire che potrò conoscere il Cuoco di Winston Churchill e quello di Reza Pahlavi? >>
<< Non solo, anche quelli di Marylin Monroe, di Mao e di Charles de Gaulle. >>
<< Lui lo conosco bene, sei anni or sono ero in Francia, a Montecarlo. Ho seguito un corso sulla preparazione delle crêpe susette senza farina (*). >>
<< Come senza farina? >>
<< Mi scusi. Intendevo senza farina di grano, ma con un misto di altre farine. Per chi ha intolleranza al glutine, insomma. Vengono anche più buone: per ottenere una buona crêpe , il segreto è la cottura. Ci vuole  il "Galèatoire", una spessa piastra circolare in ghisa, e   la "Tournette", la spatola per girarle. >>
“Che soddisfazione”. Anche per lui, che era  di origine tedesca, pronunciare ogni tanto, un paio di paroline francesi, scatenava ricordi magici! Sorrise fiero.
<< Ovviamente nella mia collezione ho due pezzi autentici che mi ha regalato proprio lui:  Gaston le Poùlet. Sapete, fui il primo del corso. >>
Wolfe e Goodwin erano allibiti. Nero si riprese subito.
<< Fritz, ascoltami bene. Doveva partecipare anche il cuoco di Walt Disney. Non ci sarà. O meglio: c’è, ma giace narcotizzato nel letto di   una camera al 27° piano. E’ come morto, ne avrà per più 12 ore almeno. >>
<< Potztausend!  Chi è stato? >>
<< E’ quello che dovrai scoprire. >>
<< Io? >>
<< Tu, ed avrai solo quattro ore di tempo. La gara di cucina infatti finirà alle 22. >>
Fritz era sconvolto. Quando era emozionato riaffiorava il tedesco dell’infanzia.
<< Mein Gott! Perché non ci va Archie? >>
<< Lo conoscono tutti. Il presidente del Congresso, Leonard Rubinstein mi ha chiesto aiuto, ma anche d’indagare con la massima discrezione e tanta, tanta cautela. C’è la televisione, la radio, la stampa: non bisogna interrompere la manifestazione. Solo che non vuole che dopo si sappia che non ha fatto niente: così ha chiesto aiuto a me. >>
Archie lo guardò. Il sorriso voleva essere d’incoraggiamento. Il cuoco lo percepì come una presa di giro.
<< Fritz sai come si fa, no. L’ho spiegato e raccontato tante volte: tu vai al congresso e t’intrufoli. Noterai di sicuro qualcosa che non torna e scoprirai l’assassino. >>
<< E’ una ricetta? Temo di non essere in grado di cucinarla. >>
<< Cerca di farlo per bene: c’è in ballo una parcella di 5.000 verdoni. >>
Fritz non si aspettava discorsi e incitamenti particolari, ma cadere così in basso! Per vincere la frustrazione uscì di corsa e prese un taxi al volo. Senza accorgersene aveva fatto un fischio con le dita che Marlowe non si sognava neppure: quello l’aveva imparato da un pastore sulle alpi quando aveva sei anni. La cosa gli dette sicurezza.
(appendice parte III - 1 segue) 

(*) Ricetta per le crepes

Preparazione

Preparate la pastella: fate fondere il burro. In una ciotola sbattete l'uovo, aggiungete lo zucchero, la scorza di arancia e il burro raffreddato quindi ultimate con la farina intervallata dal latte. La pastella ora va fatta riposare circa una mezz'ora.

Cuocete le crêpes: ungete con un velo di burro una padella antiaderente grande, scaldatela bene (ma non fatela diventare troppo rovente) e versate un mestolino di pastella e subito, velocemente, roteate la padella in modo che la pastella ricopra la superficie della vostra padella. Cuocete per un paio di minuti a fiamma media, rigirate e finite di cuocere ancora un minuto. Utilizzate tutta la pastella e tenete da parte le crêpes. Con questo composto ve ne verranno circa 4 o 5.

In una padella capiente mettete il succo delle tre arance, lo zucchero, il burro e fate cuocere fino ad ottenere una specie di sciroppo. Piegate le crespelle che avete ottenuto in 4 e tuffatele nella padella con lo sciroppo ben caldo. Aggiungete il liquore tipo Grand Marnier e date fuoco (sempre mantenendo la fiamma accesa sotto la padella) con uno stuzzicadenti acceso: lasciate bruciare in modo che l'alcool si esaurisca quindi togliete dal fuoco e servite ben caldo. Questa operazione è pericolosa quindi fate molta attenzione nel farla.

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