La volpe e la tartaruga
ovvero
il prete e il carabiniere
Premessa
Quel
che Esopo non seppe mai ( e non poté raccontarlo) è che la tartaruga, dopo aver
battuto la lepre, ci aveva preso gusto. Così sfidò la volpe, anch'essa veloce,
forse un po' meno del leprotto, ma dotata di testa fina. Questa è la storia
segreta della seconda sfida della tartaruga.
La
volpe e la tartaruga
«
... Al via la volpe schizzò e con quattro
salti era già a metà del percorso, voltatasi non vide neanche l’ombra della sua
avversaria e così decise di far teatro simulando un bel pisolino sotto le frescure di un
albero.
La tartaruga procedeva
passo dopo passo, sicura di vincere grazie alla sua metodica lentezza, godendosi il sole di quella bella giornata, ... ma una volpe non è un leprotto!
L'astuta volpe,
nel frattempo, continuava a far finta di dormire come un sasso. Appena vide che la
tartaruga la superava, schizzò via come una lepre.... badando di tagliare il
traguardo solo un attimo prima della placida tartaruga: aveva vinto senza
umiliare l'avversario! ».
Due metodi a confronto
Ci
vuole una fiaba (finta) per introdurre le sfide tra Don Matteo e il Cap.
Tommasi. Avrete notato che Don Matteo arriva sempre due minuti prima del
carabiniere. Giusto il tempo per raccogliere il solo premio che a lui interessa: la confessione e il
pentimento del colpevole.
La
differenza fondamentale tra i due è che il capitano è a caccia di un colpevole,
il prete è a caccia di un'anima. Di una "pecorella smarrita", volendo
dirlo in modo canonico.
Ma
non è questo il problema tecnico che mi interessa cercare di spiegare. La
domanda che impone risposta è: "perché il
prete arriva prima?". Non si pensi che Don Matteo sia
avvantaggiato perché ha la bicicletta e Tommasi, invece, corre a piedi. Non è
questo il punto. La differenza tra i due è la stessa che c'è tra l'abduzione e
la deduzione.
Non
spaventatevi, è solo una questione di metodo. I carabinieri seguono la loro
procedura "trasformare gli indizi in prove", con sistematicità, il metodo del romanzo poliziesco.
Don Matteo ci arriva con l'abduzione, ipotesi basate sulla propria grande esperienza e
alcuni fatti "importanti", il metodo di Sherlock Holmes. Lo aiuta in
questo il maresciallo Cecchini, che fa da canale di comunicazione tra i due. Il
prete, la volpe, ricambia volentieri, ma solo con abduzioni mirate a scagionare
l'innocente di turno, arrestato ingiustamente. Questo consente al capitano, la
tartaruga, di procedere per esclusione, che comunque fa parte della tecnica
poliziesca d'indagine. E' ovvio che la sistematicità è più affidabile, ma un tantino più lenta.
L'idea
di mettere a confronto i due metodi è brillante. E' ricca di spunti potenziali.
Peccato che gli sceneggiatori, forzati a ottenete audience di nonne, zii e
nipoti, con bambini addestrati come cagnetti da circo, non la sfruttino in pieno. Ma questa, "No, non è la BBC, ma è la la Rai, la Rai-TV!"
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