Abduzione e gusto
cosa aiuta di più la mente di un detective
durante un’indagine complessa,
un arancino o un bicchiere di Calvados?
(appendice parte III - cap.2)
Orchidee e salsicce
II
Leonard Rubinstein
l’aspettava all’ingresso. Aprì una porta di servizio col passepartout e lo
condusse alla camera 2707. Il grande cuoco, disteso sul letto, era sorvegliato
dal poliziotto dell’Hotel.
<< E’ Pierre
Gerard Baguette, l’ex cuoco di Walt Disney. Una tragedia: appena si saprà si
scatenerà un putiferio. Già i giornalisti non fanno che chiedere come mai giù
non si è visto. >>
<< Come hanno
fatto a drogarlo? >>
<< Con una
puntura, ma prima è stato stordito con un colpo. >>
<< Dove è stato
colpito? >>
<< Alla testa
con una padella di ghisa. Quella. >>
Solo allora Fritz notò
la padella. Prima non l’aveva vista perché era mezza infilata sotto la
poltrona. Nel trench, chissà perché, aveva un paio di guanti. Se l’infilò. Si
sentì ancora più sicuro.
Rubinstein si fece da
parte.
<< Lei fa anche
il detective per il signor Nero Wolfe? >>
<< No, no ... solo il
cuoco, ma sa... a forza di ascoltare, di vedere e di osservare con discrezione, s’imparano tante cose ...
>>
Sorrise sarcastico.
<< Eh, non c’è
niente di peggio che le cattive compagnie! >>
Sollevò la padella e
l’esaminò per bene. Non era nuova. Annusò l’interno. La ghisa conserva sempre
buoni odori e poi c’è una regola fondamentale: mai lavare la ghisa col sapone.
Riconobbe l’odore, un odore che gli fece tornare in testa un mucchio di ricordi,
ma non disse niente. Lentamente la rimise al suo posto. Si alzò e si guardò
intorno.
<< Dov’è la
borsa con gli attrezzi da cucina? >>
Il poliziotto gli
mostrò una grande borsa che stava nel ripostiglio.
<< Intende
questa? >>
<< Sì, la apra
per favore. >>
Dentro c’era una
padella di ghisa, una pentola di alluminio, un pentolini, una tazza e coltelli,
mestoli e forchette. In fondo una padella di alluminio. Fritz estrasse dalla
borsa la padella di ghisa e l’annusò: sapeva di frittelle alla creola (*).
Non disse niente neppure questa volta, sapeva che un buon detective all'inizio deve soprattutto ascoltare, con tutti i sensi.
Non disse niente neppure questa volta, sapeva che un buon detective all'inizio deve soprattutto ascoltare, con tutti i sensi.
<< Scusi signor
Rubinstein, ai cuochi, con l’invito, era stata mandata una lista di attrezzi
che potevano portare per adoperarli durante la gara? >>
<< Certo: è la
prassi. >>
<< Bene, bene.
Credo che qui abbia visto tutto quello che c’era da vedere. Ora mi può
accompagnare giù in sala, dai cuochi? Tra mezzora inizia la gara. >>
Sul palco erano seduti
quattro uomini e solo due donne. Una era la chairman della conferenza, l’altra
l’unica cuoca invitata. Sembra che solo il tre percento di donne riesca a
salire ai vertici di quella difficile professione, ma è solo un’opinione dei
cuochi maschi.
Fritz si avvicinò al
banco. Non perché fosse particolarmente interessato alla tavola rotonda finale:
voleva leggeri i cartellini posti davanti ai relatori. Rimase di stucco: sul
secondo “cavaliere” c’era scritto “Gaston le Poùlet”. Nulla di strano se la persona seduta dietro fosse stato suo
maestro Gaston. E’ vero che erano trascorsi quindici anni, ma non poteva essere
così cambiato e, soprattutto, ringiovanito. Nemmeno la pappa reale della
Provenza con tutte le essenze di lavanda può tanto. Ritornò indietro e si
avvicinò a Rubinstein.
<< Il cuoco
seduto al secondo posto è Gaston le Poùlet? >>
Leonard Rubinstein era
uomo di mondo, abituato a tutto e a le domande più strane. Non fece una piega.
<< Certo, l’ho
conosciuto stamani. >>
Fritz schioccò le dita: anche questo se l’era
dimenticato. Lo sapeva fare fin dalle elementari, per far arrabbiare il
maestro. “E’ proprio vero, a forza di
servire un gentiluomo come Nero Wolfe mio sono dimenticato chi sono”,
pensò, ma non disse nulla: bisognava agire e c’era poco tempo. Strinse forte il
braccio di Rubinstein.
<< Uno dei due
piatti da preparare è a sorpresa vero? Lo direte solo alla fine. >>
<< Come da
regolamento. >>
<< Allora due
cose: il piatto a sorpresa lo decido io e poi voglio partecipare alla gara al
posto di Pierre Gerard Baguette. Il suo tavolo attrezzato sarà sempre lì, non è
vero? Bene dica che mi ha mandato lui in
sua sostituzione, ma lo dica all’ultimo momento. Io entrerò in scena solo
quando tutti saranno già pronti. >>
Rubinstein questa
volta non rispose per via della sorpresa: finalmente qualcuno l’aveva veramente
sorpreso. Non era finita.
<< Mi faccia
portare la borsa, ma soprattutto voglio la padella che è sotto la poltrona.
>>
<< Ma... è
l’arma del delitto. >>
<< Lei mi paga
perché scopra l’assassino o per stare a sentire dei discorsi inutili? >>
Rubinstein fece cenno
di sì. Fritz lo pregò di prendere appunti e gli dettò una lista di ingredienti
con indicate le quantità sufficienti per tutti i concorrenti. Quando i
fattorini si furono avviati a cercare le cose richieste Fritz dette indicazioni
per la giuria. Adesso non c’era altro da fare
che partecipare alla gara.
(*) Ricetta delle frittelle alla creola secondo Fritz
Ingredienti per 4 porzioni finger food
Acqua: ½ bicchiere
Alloro: 1 foglia
Cheddar: 400 g (grattugiato)
Cipolla: 1
Farina 00: 100 g
Gamberi: 8
Lievito in polvere: 2 g
Limone (succo): 5 g
Olio di semi di girasole: qb per friggere
Panna fresca: ½ litro
Pepe: qb
Sale: qb
Uova: 2
Vino bianco: ½ bicchiere
Preparazione
Portate l’acqua e il vino a ebollizione, aggiungete l’alloro e il pepe, la cipolla e la metà dei gamberi, quindi cuocete per pochi minuti. Scolate e riducete i gamberi in piccoli pezzi, che andrete ad aggiungere al composto ottenuto con le uova sbattute, la farina, il lievito in polvere, il sale e pepe. Mescolate fino a che il composto sarà liscio e omogeneo, poi ricavatene delle frittelle che andrete a friggere nell’olio precedentemente scaldato, dorandole da ambedue i lati. Passatele qualche istante nel forno caldo, per far sì che l’olio in eccesso fuoriesca.
Preparate ora la salsa al formaggio: fate ridurre la panna a fuoco basso in una casseruola; quando sarà dimezzata di volume aggiungete il cheddar poco alla volta, mescolando continuamente fino a che non si sarà sciolto completamente. Passate la salsa al setaccio per evitare eventuali grumi.
Servite le frittelle guarnendole con la salsa e il resto dei gamberi leggermente scottati in padella, salati e pepati.
Acqua: ½ bicchiere
Alloro: 1 foglia
Cheddar: 400 g (grattugiato)
Cipolla: 1
Farina 00: 100 g
Gamberi: 8
Lievito in polvere: 2 g
Limone (succo): 5 g
Olio di semi di girasole: qb per friggere
Panna fresca: ½ litro
Pepe: qb
Sale: qb
Uova: 2
Vino bianco: ½ bicchiere
Preparazione
Portate l’acqua e il vino a ebollizione, aggiungete l’alloro e il pepe, la cipolla e la metà dei gamberi, quindi cuocete per pochi minuti. Scolate e riducete i gamberi in piccoli pezzi, che andrete ad aggiungere al composto ottenuto con le uova sbattute, la farina, il lievito in polvere, il sale e pepe. Mescolate fino a che il composto sarà liscio e omogeneo, poi ricavatene delle frittelle che andrete a friggere nell’olio precedentemente scaldato, dorandole da ambedue i lati. Passatele qualche istante nel forno caldo, per far sì che l’olio in eccesso fuoriesca.
Preparate ora la salsa al formaggio: fate ridurre la panna a fuoco basso in una casseruola; quando sarà dimezzata di volume aggiungete il cheddar poco alla volta, mescolando continuamente fino a che non si sarà sciolto completamente. Passate la salsa al setaccio per evitare eventuali grumi.
Servite le frittelle guarnendole con la salsa e il resto dei gamberi leggermente scottati in padella, salati e pepati.
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