Il
lato oscuro del delitto
Interviste
improbabili
sui
lati noir della linea d’ombra
Intervista n. 5
L’agenzia investigativa al
9889 West Pico Boulevard
(parte I)
Los
Angeles,
autunno 1952, forse. La lancetta del tempo era un po' traballante,
comunque sia siamo sicuramente negli anni cinquanta, basta vedere cone
vanno vestiti i giocatori di golf. E’ facile nascondere una macchina
del tempo in un Country
Club. Il golf dello Hill Crest era sulla collina da quasi trenta anni e c’erano
stupendi boschetti che i giocatori cercavano di scansare come la peste. Uscito
sullo West Pico Boulevard mi diressi a sinistra. Il numero 9889 sarebbe stato
vicino, se non ci fosse stato da bordeggiare i campi da golf.
La
palazzina neoclassica a un piano mi colpì per la sua semplicità ed il suo
candore. La targa di ottone era invece molto grande:
Gardner&Mason
Attorney at Law ass.
Drake Investigation Agency
Suonai.
Mi aprì un’arzilla quarantenne, rossa di fuoco, capelli mossi, lunghi pettinati
all’indietro.
<<
Buongiorno, desidera? >>
Il colore non era come sapevo, ma azzardai.
<<
Signorina Della, vero? Sono qui per l’intervista all’avvocato Mason. >>
<<
Sì, certo. Dovrà aspettare qualche minuto, ha una riunione telefonica con un oculista.
>>
<<
Problemi di vista? Non lo sapevo. >>
<<
Non, no. E’ che vuole sapere come si vede con un occhio solo. Sa domani ha
l’udienza e c’è una testimone oculare, la signora Newton Maynard, con un occhio solo! Perry spera
di screditarla con l’optometria.
>>
Mi
sedetti in sala d’aspetto, una stanza senza finestre. Alle pareti tre grandi
foto, una per lato. Mi avvicinai alla prima.
Sotto
una breve biografia: “Dopo la laurea
1911, è subito ammesso all'esercizio dell’avvocatura. A Oroville, in California,
ha fatto pratica legale presso lo studio
del vice procuratore distrettuale Philip Dark Benton. Dal 1915 ha esercitato la
professione di legale a Oxnard in
California, spesso come avvocato in difesa delle minoranze messicane e cinesi. Nel
1932, avvia lo studio legale a Los Angeles …”
Non
potei finire la lettura. Della, con l’indice sulla bocca, mi invitò ad entrare
nella stanza di Perry. Quando fui sulla porta vidi che dietro la scrivania c’era una copia
della sua foto appesa in sala d’aspetto. Sotto il suo cv, ma era troppo
distante per poterlo leggere. Mi sedetti in rispettoso silenzio.
II
sole autunnale batteva sui vetri facendoli scintillare. Perry Mason era seduto
alla sua scrivania: con la destra si copriva e scopriva un occhio. Il suo volto
faceva pensare al viso di un giocatore di scacchi che studia la posizione dei
vari pezzi. La sua espressione non mutò per diversi minuti. Mi dette d'idea di un uomo che prima medita a
lungo e che, poi, quando lotta diventa implacabile, con tenacia era capace di
lavorare con infinita pazienza anche per conquistare un solo primo pedone. A
seguire i pezzi necessari a condurre l'avversario al punto voluto e
finirlo poi con lo scacco matto, il colpo decisivo. Scaffali pieni di volumi
rilegati coprivano le pareti. In un angolo, una grande cassaforte. Due poltrone,
oltre
quella girevole di Mason, completavano l'arredamento dell'ufficio la cui atmosfera sembrava permeata dalla rude e
schietta personalità del capo. Nel momento stesso in
cui l’avvocato si mosse, dall'ufficio vicino entrò Della Street. “Come ha fatto
a capire che la riflessione di Mason era finita?” mi chiesi. Domanda stupida,
la simbiosi tra Della e Perry durava ormai da diciotto anni, e poi era solo un
rapporto professionale? Della mi presentò.
<<
Perry, non ti ho disturbato prima, ho visto che facevi esperimenti di
optometria, c’è qui … >>
Mason
sorrise.
<<
Anche se con un occhio solo, l’avevo visto! So chi è. >>
Si
alzò appena per un saluto garbato. Mentre tornava a sedersi mi lanciò un’occhiata ironica.
<<
Lei, giovanotto, con un occhio solo, come mi vedrebbe? >>
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