martedì 24 giugno 2014

Matematica e gialli (VIII)


La Matematica dei  gialli
ovvero

formule grondanti sangue


Appendice - parte VIII

IL COMMISSARIO MAIGRET


Si dice che un giorno, Georges Simenon si dichiarò stufo di sentir lodare  Agatha Cristie e gli altri della concorrenza "classica". Non rilasciò interviste, né fece proclami, scrisse La finestra aperta (titolo originale in francese La fenêtre ouverte). E' un racconto che, volutamente e con chiare parole del commissario, prende in giro con bonaria acidità e in modo assai intelligente i seguaci della scuola della camera chiusa. Maigret infatti risolve l'enigma a colpi di pipa e con la sola forza della psicologia!




Erano anni di grosso fermento letterario per il giallo. Esistevano ormai (sia in Europa che in USA) scuole di scrittura del poliziesco assai distanti da quella di Ellery Queen, Agatha Christie e John Dickson Carr. Simenon era un autorevole rappresentante di questa corrente e rimproverava a quegli autori l'artificiosità degli intrecci e delle atmosfere. Propugnava inoltre una scrittura più vicina alla realtà, tesa a rappresentare i crimini come realmente avvengono nella vita vissuta di tutti i giorni, lontani dalle placide residenze della campagna inglese, dai vetusti manieri diroccati e dai veleni sciolti nelle tazzine del tè ed invece collocati nei quartieri malfamati, negli ambienti equivoci delle metropoli americane (e non), dove interessi fuori legge di ogni genere si intrecciano in svariate combinazioni.
Questo per la location e il contesto, ma va  ricordato che in molte opere della nuova corrente, quali i racconti di Dashiell Hammett (uno dei capostipiti di questo filone), il brivido del ragionamento e il lampo di genio dell'idea si affacciano spesso in modo convincente. Altri racconti di indagine risultano lontani da entrambe queste atmosfere. Il personaggio poliziesco meno matematico che indaga è proprio il commissario Maigret.


Il metodo di Maigret è il meno scientifico possibile, rifugge dalla logica dei ragionamenti raffinati e consiste invece nel lasciarsi permeare dall'atmosfera dell'ambiente in cui il delitto è stato commesso, nell'introdursi lentamente nell'animo dei personaggi indiziati, per capirne e "carpirne" motivazioni e caratteri. I migliori romanzi di Maigret sono anche lenti itinerari nell'umidità parigina alla ricerca della sfuggente verità. La musica malinconica di Luigi Tenco (e la canzone Un giorno dopo l'altro) ne accompagnavano perfettamente lo spirito nella  versione televisiva italiana della RAI interpretata da Gino Cervi.
Qualcuno (Carlo Toffalori ) ha affermato che   le stesse atmosfere si respirano spesso nella ricerca matematica, ove pure si hanno un problema da risolvere, un nocciolo della questione da percepire e cogliere ed un conseguente lento rimuginare, talora ossessivo, senza orari di inizio e di termine, che accompagna giornate, pranzi, cene, conversazioni, passeggiate, anche il sonno. Un accostamento che considero ridicolo e poco rispettoso per Simenon.
E con questo ho concluso.
(Fine)

 

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