giovedì 19 giugno 2014

Il gufo giallo (65)


Rubrica letteraria

Il gufo giallo
recensioni di romanzi gialli

Giudizio n.  64

 

La piramide di fango
Andrea Camilleri  
Sellerio

 

 

 

Montalbano matura

 

Il Commissario non è invecchiato, come alcuni hanno detto, è maturato. Era ora che   superasse la fase dell'innamoramento facile: ci aveva scassato i cabasisi a correre dietro, come un pupo, a tutte quelle fanciulle! Lo scopriamo, invece, a  commuoversi per Livia che soffre ancora per la morte di Francois e sembra aver perso stimoli... In realtà è maturato Camilleri che ha deciso di riprendere il timone e si dedica a problemi più seri delle passioni senili del suo personaggio.

L'ambiente in cui si svolgono i fatti è una Vigata immersa nel fango dei cantieri, quei cantieri di opere pubbliche che toglieranno il sonno al Commissario, quella Sicilia fatta di mille sfaccettature condizionate dalla storia, dalla politica, dalla Cupola o sarebbe meglio dire dalla piramide?  Questo romanzo parte come gli altri, con un morto ammazzato in circostanze poco chiare, si sviluppa molto a rilento, una cadenza ritmica voluta dall'autore per rendere il vissuto, all'inizio, di Montalbano scarico, demotivato, spossato, che non mette bene a fuoco le circostanze, il tutto scandito da condizioni meteo che non fanno altro che rendere più cupo il nostro Commissario. Giugiù Nicotra, viene trovato morto in un cantiere, mezzo nudo, colpito da un proiettile alle spalle. Aveva cercato scampo, pedalando con una vecchia bici, in una specie di galleria formata da grossi tubi per la costruzione di condotte d’acqua.

L’indagine parte lenta, incerta e scivolosa, ma è un bolero (lo si avverte subito) e la lettura è interessante, la suspense, in crescendo, sempre giocata sui duetti coi collaboratori è piacevole, un ritorno al passato molto apprezzabile. Divertente come, a volte, succede con Salvo. Soprattutto la conclusione che ho trovato molto ironica e originale.

Montalbano, tutti i personaggi, i luoghi e il cibo (dove c'è arancino c'è casa!) sono oramai così familiari che leggere i libri di Camilleri è come ritrovarsi a casa. Catarella non imperversa e il libro ritrova lo stile classico. In più è un toccasana per il ritmo mentale, un diapason che ti evita stonature. da leggere. Il linguaggio è infatti molto curato e ormai si può parlare di vera e propria "lingua".


Voto ****/5

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