La Matematica dei gialli
ovvero
formule grondanti sangue
Appendice - parte I
Premessa
Hercule Poirot e il giallo classico
Agatha
Christie è ritenuta un punto di
riferimento del giallo, partiamo da lei: ci farà da anfitrione Hercule. Il suo primo romanzo Poirot a Styles
Court ha per protagonista il più famoso detective del mondo: Hercule
Poirot. Il lettore che, preso da insana voglia di conoscere la soluzione del
mistero, ne sbirciasse le pagine finali, leggerebbe, al termine del penultimo
capitolo, un'affermazione di Poirot: "Messieurs, mesdames, l'assassino
è il signor XX YY". A seguire una dettagliata dimostrazione di questo
enunciato nell'ultimo capitolo. Non si tratta di un caso: è la ricorrente
struttura del giallo classico. Nel capolavoro di Agatha Christie, L'assassinio
di Roger Ackroyd , alla fine del terzultimo capitolo, Poirot, sempre lui, smaschera il colpevole. Caso non facile: occorrono
due o tre capitoli per spiegare il
mistero!
La struttura
logica della narrazione richiama quella degli articoli di Matematica. Anche lì,
di regola, si enuncia un teorema (come dire: l'assassino è Pinco Panco") e
si passa poi a darne prova particolareggiata e inconfutabile. Senza analizzare
il comportamento investigativo di Miss Marple (più o meno lo stesso) chiudiamo la
premessa.
E' davvero
un po' poco. Non basta questa
superficiale (e anche un po' forzata)
somiglianza, per spiegare il rapporto tra Matematica e gialli. Dobbiamo
lasciare zia Agatha e passare ad altri autori. Per far questo seguirò la mappa
di Carlo Toffalori (Il matematico in giallo - Guanda 2008) che tanto mi ha facilitato il cammino.
Auguste Dupin
Ricominciamo
da tre. Non dal film di Troisi, ma dai tre racconti che decretano la nascita
del giallo: Assassinii della Rue Morgue, La lettera nascosta e Il mistero di Marie Roget. E. A. Poe è l'autore, siamo nel 1841 e sulla
scena della Rue Morgue incontriamo per la prima volta il cavaliere Auguste
Dupin: il protodetective. Così lo
descrive Poe: personaggio affascinante e inquietante, "innamorato della
notte", lucido ragionatore e solutore di misteri. Poi, nel presentarci
il personaggio, individua nella capacità di analisi la principale dote e osserva che "la facoltà di risolvere
un problema è probabilmente molto rinforzata dallo studio delle matematiche e
in modo particolare dell'altissimo ramo di questa scienza che - impropriamente
e solo in ragione delle sue operazioni in senso retrogrado - è chiamato
analisi, come se fosse proprio l'analisi per l'eccellenza". E' qui che
la Matematica comincia a far capolino nella storia del giallo, anche se Poe distingue l'analisi che aveva in mente da
quella che veniva e viene comunemente chiamata Analisi matematica, che in
quegli anni i primi
passi come disciplina autonoma. Per spiegare dunque a quale analisi si
riferisce, Poe la descrive come
differente dal puro calcolo o dall'ingegnosità, che ne sono solo aspetti
particolari: "come l'uomo forte gode della sua potenza fisica e si
compiace degli esercizi che mettono in azione i suoi muscoli, così l'analista
si gloria dell'attività di risolvere e trova piacere anche nelle occupazioni
più comuni purché diano gioco al suo talento. Così gli piacciono gli enigmi, i
rebus, i geroglifici: e nelle soluzioni dimostra un acume che al discernimento
volgare appare soprannaturale: i risultati, abilmente dedotti dalla stessa
essenza e anima del suo metodo, hanno veramente tutta l'aria dell'intuito".
Dopo questa
dotta premessa, per meglio illustrare ciò che ha in mente, Poe passa al
racconto del mistero della Rue Morgue e dell'orrendo delitto che lì avviene,
quasi a esemplificare, nella soluzione logica ed essenziale che Dupin fornisce,
la capacità di analisi lungamente descritta.
Il richiamo
alla Analisi e alla Matematica è comunque presente e non marginale, né
episodico e fine a se stesso. Il discorso ritorna anche nel più famoso racconto
di indagine di Poe, La lettera rubata ancora con
Auguste Dupin come protagonista.
In questo
caso, Dupin riesce a recuperare in modo semplice e brillante una delicata
missiva misteriosamente sparita, ma ha anche tempo per sviluppare varie considerazioni
sulle capacità umane mentali che permettono crimini geniali oppure geniali
spiegazioni. Ci vuole la Matematica, come il suo interlocutore gli dice,
facendogli notare come il colpevole sia, appunto, un matematico e abbia
addirittura scritto "con molta competenza sul Calcolo Differenziale".
Ci vuole però anche la poesia, osserva Dupin , notando come il colpevole sia
anche poeta: "in quanto poeta e matematico sa ragionare bene; se fosse
stato soltanto matematico non avrebbe ragionato bene e sarebbe stato facilmente
alla mercé degli avversari". L'autore arriva ad affermare che "la
ragione della matematica è considerata da tempo la ragione par excellence".
Prendendo spunto da questa osservazione Dupin si scatena in una lunga (e pallosa)
digressione sul ruolo della Matematica
pura (insensibile alla poesia). Ribadisce
l'eccellenza della sua analisi, da distinguere certamente dall'Analisi
matematica; anzi, contesta ai matematici di aver instaurato "con
abilità degna di miglior causa, il riferimento del termine Analisi"
quella che è soltanto "Algebra". Bisogna scusarlo, Poe, ancora Sherlock Holmes non era nato e Peirce non si era occupato dell'abduzione!
A parte questo, non c'è che dire Poe dimostra molto interesse per la Matematica, certamente sopra lo standard usuale dei non matematici, ma disprezza i matematici! Eh se avesse saputo dell'abduzione!
Non finisce qui. La Matematica si affaccia di nuovo
nell'opera di Poe. Nelle note finali del
terzo racconto di indagine, Il mistero di Marie Roget, sempre con Dupin, si parla del ruolo
(positivo) della Matematica e in particolare del Calcolo delle probabilità. E
il ragionamento lucido e stringente che pervade molti lavori di Poe ha chiare
analogie con l'usuale sviluppo del pensiero matematico.A parte questo, non c'è che dire Poe dimostra molto interesse per la Matematica, certamente sopra lo standard usuale dei non matematici, ma disprezza i matematici! Eh se avesse saputo dell'abduzione!
(app. - I - segue)
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