venerdì 6 giugno 2014

Matematica e gialli (app - II)


La Matematica dei  gialli
ovvero

formule grondanti sangue


Appendice - parte II

William Legrand




Ma con Poe non è finita. Nel primo dei Racconti fantastici, Lo scarabeo d'oro, l'avventuroso, ingegnoso, nonché geniale protagonista,  William Legrand (progenitore di Indiana Jones), riesce a decifrare con fine ragionamento un messaggio criptato. Il procedimento che Legrand usa  in questo caso fa riferimento alla crittografia classica e a tecniche di decodifica già note agli arabi molti secoli prima e conosciute con il nome di "analisi (sic!) di frequenza".



Sostanzialmente, si utilizza l'ipotesi che il simbolo più frequente nel messaggio criptato corrisponda alla lettera più comune nella lingua presunta del testo originario (l'inglese) e così via; si arriva per questa via ad una parziale decodifica del messaggio, cui ulteriori ragionamenti danno finalmente la versione definitiva. L'idea non è originale, ma la prosa lucida di Poe sviluppa con fascino l'argomentazione e ha il  sapore di una (bella) dimostrazione di Matematica.


Inoltre Legrand riesce, con  altro brillante ragionamento, a individuare un ricco tesoro nascosto. Il racconto coinvolge il tema e le tecniche della crittografia. Poe è precursore di una lunga serie di opere di indagine e investigazione, in cui i messaggi segreti ed i relativi trucchi di codifica e decodifica la fanno da padroni.   Da Poe in poi, molti altri esempi mostrano il rapporto tra i polizieschi e la crittografia e dunque tra i polizieschi e certa Matematica. Pochi anni dopo Lo Scarabeo d'Oro, Sherlock Holmes usa   le stesse idee e lo stesso procedimento di William Legrand per risolvere un analogo problema nel racconto Il caso dei pupazzi ballerini.





I pupazzi ballerini del titolo altro non sono che i simboli con cui viene cifrato un pericoloso avvertimento di minaccia, ma Holmes saprà subito tradurlo nella versione originale e preparare  in modo adeguato la difesa dell'innocente perseguitato.
Con qualche forzatura, a proposito di crittografia e di libri gialli, si possono anche citare due altri esempi famosi. Una tecnica di codifica, ampiamente utilizzata ancor oggi, consiste nel nascondere il testo originale di un messaggio all'interno di altre lettere di nessun significato e scopo se non quello di confondere le acque ai malintenzionati che dovessero intercettare la missiva senza esserne autorizzati e di rendergliene comunque impossibile la decifrazione. Del resto, anche la costruzione di sequenze casuali di numeri (utile per la assegnazione di chiavi crittografiche) avviene mescolando successioni realmente random (di genesi difficile e costosa) con altre innocue successioni che vengono costruite con poca fatica e spesa in modo assolutamente deterministico, ma tali non appaiono quando si congiungono alle altre.  Agatha Christie, ne La serie infernale,   con Poirot come protagonista, fa nascondere al colpevole   l'unico delitto e l'unica vittima che gli interessano all'interno di una successione di assassini senza senso apparente, che va a coinvolgere altri 3 o 4 sfortunati la cui sola colpa consiste nel condividere con il vero obiettivo qualche marginale caratteristica anagrafica. Questa stessa idea ritorna ripetutamente in altri romanzi e racconti gialli. Toffalori, nel suo libro, conclude citando il meraviglioso Delitto per delitto (Strangers on a train) di Patricia Highsmith (film   di Alfred Hitchcock) e la permutazione di vittime ed assassini che con patto mefistofelico vi si propone ("Io uccido la tua vittima e tu uccidi la mia")? Sostiene che anche in questo caso una crittografia elementare serve per intorbidare le acque ed impedire ogni logica investigazione della verità. Credo sia una forzatura e che la logica del romanzo sia diversa, ma assecondiamolo.
 
 

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