Il gufo giallo
recensioni di romanzi gialli
Giudizio n. 67
La settimana
bianca
Emanuel
Carrère
Adelphi
Il senso di Nicolas per la
neve
Un metathriller, un omaggio a Duerrematt o il lato oscuro di Le Petit Nicolas (Il piccolo Nicolas)? Propenderei per la terza ipotesi.
Si ricordi che il piccolo Nicolas è un personaggio della letteratura per ragazzi creato dalla
fantasia dell’autore francese (guarda caso!) René Goscinny
e ravvivato dai simpatici disegni di Jean-Jacques Sempé.
Durante la lettura mi sembrava
che le fantasticherie del protagonista, molto acute
e ben narrate, dettassero il ritmo, ma costruissero, furbette, un pathos anfitrione servile della suspense. Il
finale me le ha fatte rivalutare: eravamo in un metathriller psicologico.
Il protagonista è un bambino di
nove anni: a quell'età è difficile scindere la realtà dalla propria attività
fantastica. Il racconto di Carrère va letto cercando di immedesimarsi in quel punto
di vista, è il modo in cui lo si può apprezzare. Il
racconto è scritto in terza persona, la prosa è curata, il punto di vista del fanciullo
è servito con maturità.
Poca trama. Un gruppo di alunni
raggiunge una località sciistica per passare una settimana sulla neve. Nicolas vi
viene accompagnato dal padre, questo lo mette subito in difficoltà .. .anche per via di uno zaino smarrito.
Carrère semina indizi sulla neve,
ma anche false piste: dà l'idea di avere
in mano un intero campionario di svolgimenti possibili, accenna al bullismo,
alla pedo pornografia, all'esoterico, al noir, senza poi seguirne uno in
particolare, se non quello del punto di vista del bambino.
A nove anni cosa succede è meno importante
o di cosa si pensa possa esser successo. E comunque, di fronte a un trauma è una
salvezza, un modo per rimuovere la paura o l'angoscia. Il libro è breve, ma denso.
Prosa stringata ma articolata, piena di colpi di scena meravigliosamente coerenti.
Di piacevole lettura. Se poi accetti il gioco ti trascina in un baratro. Da leggere.
Voto ****/5
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