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Commissario Bordelli
(figlio di Marco Vichi)
Biografia essenziale
Militare, dopo la guerra e la resistenza entra nella Polizia.
Il
commissario Bordelli (così si intitola il primo romanzo) inizia a
indagare a Firenze nell’estate del ’63. Siamo dell’Italia del boom: Vespa, Fiat
600, Alberto Sordi, il DDT e Carosello. Anche se Scelba è sempre lì lui è dalla
parte dei più deboli. Ha amici poco raccomandabili, la prostituta Rosa e il
ladro Botta, che sa cucinare molto bene. Odia le zanzare.
Carattere e psicologia
Detective
poco integrato e con un passato da partigiano che ogni tanto, dolorosamente, riaffiora.
Chiuso e poco empatico, ma entra subito nell'animo altrui e vi scopre, a volte nefandezze.
E' uno spalatore di fango (anche peggio a volte) inarrestabile e volitivo.
Abilità
Tenacia
e grande senso del dovere, inteso come vuole lui, però. Incassa amarezze e delusioni
senza mai mollare. Spesso rivolta i recessi della sua memoria, ma non sono delizie.
Istintivo a volte, metodico sempre, come vuole lui, però.
Metodo
Interroga,
ma non alla Maigret, è sadico, gioca al gatto col topo, cinicamente determinato.
In linea coi tempi (come si lavorava bene quando non c'erano i RIS!) usa molto
i “confidenti”, quando ha raccolto una massa di dati e d'informazioni
sufficiente va in un cimitero a riflettere tra le tombe. Le lapidi stimolano le
sue abduzioni! Soprattutto quelle di San Miniato al Monte, le Porte Sante, diventato
mitico non per merito di Bordelli ma per colpa di Amici miei-attoII.
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