Cinquanta minuti di suspense
Un giallo al giorno ...
Mini rassegna della fiction seriale italiana
(13)
F.B.I., Francesco Bertolazzi Investigatore (Tognazzi) 1970
Serie
Tv formata da 6 episodi di 50 minuti, andata in onda a partire da domenica 19
aprile 1970 alle ore 21,00 sul secondo canale Rai, con la regia e l'interpretazione
di Ugo Tognazzi.
Il
plot. Scalcinato
detective privato, per pubblicizzarsi
sfrutta con disarmante improntitudine l'assonanza fra le sue iniziali e
l'acronimo della celebre agenzia investigativa federale americana. La soluzione
di modesti casi gialli serve da pretesto a Tognazzi e agli sceneggiatori Age e
Scarpelli per ritrarre con sapida ironia i molti vizi e le poche virtù della
capitale. le intenzioni erano buone, il risultato meno.
C'erano
due o tre cose sostanziali che caratterizzavano F.B.I.. Quella più in evidenza: lo spirito della vicenda che,
nell'elaborazione del testo della sceneggiatura, conferiva al prodotto un
proprio stile e un significato. L'ambientazione nella provincia romana,
arretrata e molto provinciale, delle
inchieste condotte da un poliziotto privato, metteva in risalto le differenze che passavano tra il
progresso della metropoli e l'arretratezza della provincia.
Tognazzi
s'impegna e s'ingegna con forza per dare un'impronta
realistica, ma il passato (un, due, tre con Vianello, lo preme). Meglio come regista. Non aveva il fanatismo dei neofiti del cinema, di chi vuole
essere regista solo per girare qualcosa, senza pensare alle storie e agli
ambienti. Una lezione di stile, ma dal risultato freddo.
Non
è solo colpa sua. Il primo episodio va in onda domenica 19 aprile 1970 su Rai2;
in quel periodo, tra i mesi di febbraio
e di aprile, la RAI produce tutta una serie di nuovi programmi tra cui, il 5
febbraio "Rischiatutto" con Mike Buongiorno e Sabina Ciuffini (quiz
che raccoglie l'eredità di "Lascia o raddoppia?"). Sopravvivevano, inoltre, i
grandi sceneggiati per famiglia ("Il cappello del prete" da Emilio De
Marchi regia Sandro Bolchi e "Papà Goriot" da Balzac di e con Tino
Buazzelli), mentre il varietà si rinnovava nel linguaggio e nei contenuti, più
cura dei dettagli scenografici, più attenzione alle coreografie e ai siparietti
musicali, spazio alla satira e alla critica del costume, felici esempi furono:
"Canzonissima" col "Tuca Tuca" della Carrà e "Doppia
coppia" con le imitazioni di Alighiero Noschese e la "maschera"
di Bice Valori.
Ugo
Tognazzi, nei panni di Francesco Bertolazzi, risulta un detective privato,
casereccio e nostrano, aiutato nelle sue disordinate e casuali indagini dal
suocero Domenico, dalla moglie Ines e dai figli Claretta e Daniele.
I sei telefilm della miniserie, scritti da Age e Scarpelli,
hanno il classico schema del giallorosa (lo definirei uno stile soft-boiled): non ci sono mai morti, ma solo furti,
sparizioni e tentativi di corruzione. L'ironia è però scarsa.
Troppo poco per quei tempi gloriosi.
Nessun commento:
Posta un commento