"Private Eye"
ovvero investigatori privati.
(05)
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I logici (parte II)
Philo Vance (1926 - La strana morte del signor Benson)
Philo Vance, checché ne dicano
i suoi denigratori (e sono tanti),
è un investigatore privato. Molto sui generis, certo, ma svolgeva il suo
mestiere con alta professionalità, anche se ci aggiungeva una buona dose di
strafottenza. Forse perché, dicendosi schifato dal denaro, le ricche parcelle
non mostrava di toccarle neppure, ma poi le faceva incassare al suo sodale e
biografo: guarda caso si trattava proprio di S.S. Van Dine! Sarebbe ingiusto quindi
escluderlo da questa serie.
Vance è quanto di più lontano dalla visione
comunemente accettata del detective privato come si può ricavare prima e dopo
di lui dalla letteratura di genere, soprattutto l'hard boiled. Ma anche con Holmes ha poco da spartire.
Animale urbano, anzi metropolitano dei quartieri
"alti", dandy sofisticato e disinvolto. Ha la puzza sotto il naso
tipica della classe superiore di New York. E' del tutto privo di tatto e
sensibilità, non parliamo poi di empatia. Quando vuole prendere le distanze mette in mostra un lezioso
monocolo.
Personaggio pretenzioso e antipatico appartenente alla
classe superiore agisce in libri privi di senso dell'umorismo e si prende
terribilmente sul serio. Ma credo abbia parecchio funzionato: per anni è stato il più popolare detective d'America,
ispirando giochi e giocattoli, film, radiodrammi
e serie televisive. Per fortuna arrivò Dick Tracy a scalzarne la fama.
Rimane uno dei più fondamentali investigatori di carta, culturalmente e
storicamente significativo, importante nello sviluppo del genere giallo nel suo
complesso.
Letto oggi, però, Vance appare come un incomprensibile
e pomposo sbruffone. Ci si chiede come abbi a fatto a diventare così popolare con il ridicolo monocolo e il suo senso
di compiaciuta superiorità intellettuale. La "vera" classe alta newyorkese, cui lui solo letterariamente apparteneva,
espresse più volte a Van Dine la richiesta di una più "low" e "realistica" rappresentazione del detective
"tipo" americano.
Sembra che S.S. Van Dine rimanesse sordo, forse si sentiva "molto simile a Vance"; un poseur e
un dilettante nell'arte, nella musica,
nella critica e nella letteratura."
Raymond Chandler definì Vance come "il personaggio più
stupido della narrativa poliziesca." Ma Raymond, come ci ha raccontato
Billy Wilder, era un po' bilioso!
Al cinema fu un grande successo, molti lo vollero interpretare,
il più famoso e gradito dal pubblico fu quello di William Powell, che non poco contribuì
anche al perdurare del successo letterario (Si vedano le tante copertine di romanzi col suo volto!). A me piace tanto l'interpretazione di
Giorgio Albertazzi, così aderente al personaggio da farlo risultare antipatico al
pubblico della TV.
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