giovedì 27 novembre 2014

Detective story (05)


"Private Eye"
ovvero investigatori privati.
(05)
I  logici (parte II)


Philo Vance (1926 - La strana morte del signor Benson)





Philo Vance, checché   ne dicano i suoi denigratori (e sono tanti), è un investigatore privato. Molto sui generis, certo, ma svolgeva il suo mestiere con alta professionalità, anche se ci aggiungeva una buona dose di strafottenza. Forse perché, dicendosi schifato dal denaro, le ricche parcelle non mostrava di toccarle neppure, ma poi le faceva incassare al suo sodale e biografo: guarda caso si trattava proprio di S.S. Van Dine! Sarebbe ingiusto quindi escluderlo da questa serie.


Vance è quanto di più lontano dalla visione comunemente accettata del detective privato come si può ricavare prima e dopo di lui dalla letteratura di genere, soprattutto l'hard  boiled. Ma anche con Holmes ha poco da spartire.
Animale urbano, anzi metropolitano dei quartieri "alti", dandy sofisticato e disinvolto. Ha la puzza sotto il naso tipica della classe superiore di New York. E' del tutto privo di tatto e sensibilità, non parliamo poi di empatia. Quando vuole prendere le distanze mette in mostra un lezioso monocolo.  


Personaggio pretenzioso e antipatico appartenente alla classe superiore agisce in libri privi di senso dell'umorismo e si prende terribilmente sul serio. Ma credo abbia parecchio funzionato:  per anni è stato il più popolare detective d'America, ispirando giochi  e giocattoli, film, radiodrammi e serie televisive. Per fortuna arrivò Dick Tracy a scalzarne la fama.


Rimane uno dei più fondamentali  investigatori di carta, culturalmente e storicamente significativo, importante nello sviluppo del genere giallo nel suo complesso.
Letto oggi, però, Vance appare come un incomprensibile e pomposo sbruffone. Ci si chiede come abbi a fatto a diventare così  popolare con il ridicolo monocolo e il suo senso di compiaciuta  superiorità intellettuale. La "vera" classe alta newyorkese,  cui lui solo letterariamente apparteneva, espresse più volte a Van Dine la richiesta di una più "low" e "realistica"  rappresentazione del detective "tipo" americano.   
Sembra che S.S. Van Dine rimanesse sordo,  forse si sentiva "molto simile a Vance"; un poseur e un dilettante  nell'arte, nella musica, nella critica e nella letteratura."
Raymond Chandler definì Vance come "il personaggio più stupido della narrativa poliziesca." Ma Raymond, come ci ha raccontato Billy Wilder, era un po' bilioso!


Al cinema fu un grande successo, molti lo vollero interpretare, il più famoso e gradito dal pubblico fu quello di William Powell, che non poco contribuì anche al perdurare del successo letterario (Si vedano le tante copertine di romanzi col suo volto!). A me piace tanto l'interpretazione di Giorgio Albertazzi, così aderente al personaggio da farlo risultare antipatico al pubblico della TV.

 
 

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