Il gufo giallo
recensioni di romanzi gialli
Giudizio n. 92
Pista nera
Antonio Manzini
Sellerio
Simpatico odioso vicequestore, un personaggio alla ricerca di
un editor
ovvero Pista nera all'Amatriciana ....
Come tesi di un bravo allievo alla fine di un corso (impegnativo
e serio) di scrittura creativa “in giallo” non sarebbe perfetto, ma
apprezzabile. Come primo romanzo (credo ci siano prima alcuni racconti) con protagonista Rocco
Schiavone, vicequestore, lascia perplessi. L’autore è navigato, quasi come Camilleri, ma non
si chiama Andrea, questo la Sellerio dovrebbe saperlo, sembra di no!
Cerchiamo di capire. Questo in
seconda di copertina: “Rocco Schiavone
era stato assegnato ad Aosta da settembre, dal commissariato Cristoforo Colombo
di Roma. E dopo quattro mesi tutto quello che conosceva del territorio di Aosta
e provincia era casa sua, la Questura, la Procura e l’Osteria degli artisti”. Un
vicequestore nato e cresciuto a Trastevere, che odia lo sci, le montagne, la
neve e il freddo. Possiede solo scarpe Clarks, disprezza ogni tipo di
abbigliamento invernale. In tutta la vita, il massimo dell’altitudine che ha
raggiunto sono i 137 metri di Monte Mario, …
A volte i messaggi marketing mi
sono oscuri, questo è fin troppo palese: “caro lettore medio e maturo (d’età) spettatore
di serial tv, ti offro un simpatico personaggio che potrebbe sembrare il
tenente Colombo, ma non lo è, che potrebbe ricordarti "er Monnezza" ma forse no, un tipo strano, però, con fisime e idiosincrasie
che ti faranno sbellicare dal ridere”.
Invece, leggendo il romanzo si ha un retro
pensiero, un tarlo che s’insinua: “
… sembra scritto con la ricetta, col manualetto di un corso, e quindi, tutto
sommato, leggibile. Però, a parte qualche raro guizzo, tanti luoghi comuni e disgraziate metafore… sembrava di
leggere i Cesaroni o il Distretto di Polizia di Mediaset”.
Torno
indietro e rileggo. Vado avanti e leggo, torno indietro e annoto:
-
Metafore
deboli, risapute o forzate, spesso c’entrano come il cavolo a merenda! I dialoghi, spesso e volentieri, di conseguenza!
-
Riferimenti
extrasupercolti (incomprensibili al volgo, pur diplomato, desueti al laureato in lettere classiche!) o involontariamente
ridicoli: sì a volte mi fanno ridere, ma non nel modo giusto! Che palle 'ste Clarks!
-
Schematico
nel gioco corale, migliora quando, per distrazione o per dimenticanza, esce
dagli schemi.
Ma, cavolo, dove sono gli editor?
La Sellerio non ce l’ha? E’ un peccato, perché con un lavoro a quattro mani e
due teste si poteva, con tre o quattro mesi di sessioni sanguigne, ottenere di
più, molto di più. Non è che la trama sia eccelsa, ma almeno si potevano
migliorare le metafore. Non tutti, lo so, hanno la fortuna del postino di
Neruda, ma un onesto editor si può incontrare più volte nella vita di un sedicente
scrittore.
Boccio la Sellerio, l’editor se mai
c’è stato e, ahimé, anche Antonio Manzini.
Sì, perché non è un esordiente sprovveduto. Si dia una regolata, anche il polpo, pe' campa' si dava da fare!
Secondo, D'orrico, su La lettura, è molto migliorato (voto 10 e lode!). Non mi fido; secondo me chi ha dato 3 a Tempi glaciali della Vargas soffre di qualche paturnia, sentirò qualche amico serio prima di acquistare l'ultimo romanzo di Manzini.
Voto **1/2/5
Nessun commento:
Posta un commento